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I nomi sono sempre quelli, li avevamo già incontrati in occasione del toto-ministri. Cardinali rimasti poi cardinali perché la Meloni per il suo esecutivo ha scelto altro, chiamando sì in squadra due campani ma due tecnici: Gennaro Sangiuliano alla Cultura e Matteo Piantedosi all’Interno. Ora Pina Castiello ed Edmondo Cirielli ci riprovano.

Entrambi sono in corsa per un posto nel sottogoverno: la leghista spera di tornare dove già era stata col Conte 1, al dicastero per il Sud, sempre da sottosegretario; l’esponente di Fratelli d’italia è segnalato come probabile viceministro agli Esteri. Le chances del salernitano sembrano più solide rispetto a quelle della politica di Afragola. L’attesa non durerà molto considerato che a palazzo Chigi contavano di sbrigare la pratica già oggi o comunque entro il weekend.

Previsioni forse troppo ottimistiche. Più facile che la chiusura arrivi lunedì. D’altronde lo schema c’è, è quello già utilizzato per la formazione del governo: il 50% dei posti andrà a Fratelli d’Italia con Lega e Forza Italia a dividersi l’altra fetta della torta, fatta eccezione per qualche riconoscimento (uno, al massimo due) per i centristi.

E sono proprio le tensioni interne ai berlusconiani a far pensare che l’ora ‘X’ slitterà all’inizio della prossima settimana. Voci romane narrano di una lista dei desiderata già nelle mani di Giorgia Meloni. Il Cavaliere avrebbe risposto alle doglianze dei parlamentari meridionali, esclusi dal governo, facendo quattro nomi: il pugliese Francesco Paolo Sisto, il calabrese Giuseppe Mangiavalori, il sardo Ugo Cappellacci e la siciliana Matilde Siracusano. Insomma, dovesse trovare conferma questa indiscrezione, la Campania resterebbe a bocca asciutta. Come gettare benzina sul fuoco visto che sul piede di guerra qui c’è già Stefano Caldoro. Se poi per rimediare il Cav decidesse davvero di fare il nome di Antonio Martusciello, fratello di Fulvio, allora il segnale nei confronti dell’ex inquilino di palazzo Santa Lucia sarebbe chiaro.