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Nuovi spiragli per la serie A. Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, ha mostrato un certo ottimismo parlando dell’ipotesi riapertura: “Si va verso una soluzione che è quella che i tifosi di calcio si aspettano. Il via libera ancora non c’è, ma la direzione è buona”. Parole che risuonano soavi alle orecchie degli appassionati di calcio, in attesa di un via libera alla ripresa della serie A: “Per ora il confronto riguarda l’allenamento individuale, oggi torneranno tutti a discutere del problema e si è parlato di una sorta di clausura delle squadre”

Zampa ha poi parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo: “Dobbiamo prendere in esame un’altra soluzione. Cosa succederà con questa riapertura? Sappiamo che ci vogliono circa 15 giorni di tempo per conoscerne gli effetti. Se l’epidemia resta sotto controllo, le aperture aumentano, calcio compreso. La Federcalcio chiede di anticipare, a questo punto la mediazione andrebbe in questa direzione: la squadra, l’allenatore, tutto lo staff, vengono trattati come una grande famiglia che si mette da sola in una specie di clausura. Si apriranno le porte del centro sportivo, si entra tutti negativi, fanno gli allenamenti di squadra e dopo 15 giorni i dati epidemiologici ci diranno se si potrà fare un ulteriore passo. Così si può immaginare di tornare a giocare, è un punto di mediazione che si sta facendo per la tutela dei giocatori e delle squadre con tutte le persone coinvolte. Questo è il modello italiano che garantisce la salute di tutti i componenti: entrano sani e devono restare sani”.

Si resta comunque in attesa delle valutazioni del Ministro della Salute, Roberto Speranza: “Stamattina abbiamo parlato dei vari aspetti, lui è consapevole che il ministero dovrà prendere con una certa energia la decisione che sarà supportata dal Comitato Tecnico Scientifico. Ripartire sì ma in sicurezza, questo è ciò che vogliamo. Poi le valutazioni spetteranno alle Federazioni competenti. Io sono ottimista per la ripresa – ha detto Zampa – ma c’è bisogno di una solida base scientifica. Non vorremmo mai che la salute di una persona a noi cara sia messa a rischio”.