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La speranza è durata poco, tanto che Speranza (il ministro) non ha fatto nemmeno in tempo a esprimersi sull’argomento. La decisione sulla riapertura dei campi di calcetto sta assumendo contorni da thriller. Ogni volta sembra avvicinarsi la luce in fondo al tunnel, poi all’improvviso l’uscita si allontana ulteriormente. Chi era pronto a prenotare il campetto e a preparare il borsone dopo le dichiarazioni di Vincenzo Spadafora, ministro dello sport, ha dovuto rivedere i propri piani in serata a causa dell’intervento a gamba tesa (è proprio il caso) del Cts. Il Comitato Tecnico Scientifico ha fornito parere negativo sulla ripresa degli sport di contatto. Gli impianti di calcetto, al pari di piscine e circoli sportivi, resteranno ancora chiusi. Eppure soltanto poche ore prima il messaggio di Spadafora lasciava intendere altro: “Ho dato parere favorevole alla riapertura degli sport di contatto. Manca solo l’assenso del ministro Speranza. Mi avete scritto e fatto sentire con forza, dopo che il Consiglio dei ministri ha deciso lo slittamento dal 18 al 25 giugno per la ripresa degli sport di contatto, la voglia e la necessità di ricominciare a giocare nei centri sportivi di tutto il Paese, consentendo a migliaia di gestori e lavoratori di riprendere le loro attività. Per questo, prima dei termini previsti, ho incontrato in video conferenza il Presidente Bonaccini e i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che hanno stilato le indicazioni per la ripresa immediata, che saranno approvate domani. Già ieri ho anticipato il mio parere favorevole alla riapertura. Manca solo l’assenso del ministro Speranza: appena lo darà si potrà ricominciare“. Palla passata al ministro della salute, un assist vanificato dall’intervento del Cts che ha subito spento gli entusiasmi. Gli esperti hanno detto no, rispondendo in anticipo a inevitabili quesiti sul perché, invece, il calcio sia ripartito. Interessi? Business? Indubbiamente avranno avuto un peso notevole ma i campionati sono potuti ricominciare per la presenza “di un interlocutore formale (la società sportiva) che ha assunto piena responsabilità per quanto concerne l’esecuzione e il controllo di uno stringente protocollo di diagnosi e monitoraggio continui“. In quel caso, insomma, c’è qualcuno sulle cui spalle ricadono le responsabilità, le stesse che si era assunto Spadafora per poi essere smentito. Forse per decidere sul calcetto sarebbe più semplice convocare gli stati generali ma quelli si sono già conclusi.