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Salerno – Dalle santificazioni alle sanificazioni. Anche la Chiesa salernitana si prepara a riaprire nella fase due. E lo fa con un lungo elenco di disposizioni inviato dal Vescovo ai sacerdoti di tutta l’Arcidiocesi che va dalla presenza di dispenser igienizzanti affianco alle acquasantiere alla misurazione della temperatura a chi partecipa ai funerali.

I Vescovi stanno ancora discutendo con il Governo le misure da adottare per riprendere gradualmente anche le celebrazioni delle Messe, ma, in attesa di ulteriori indicazioni provenienti dalla Presidenza della CEI, nel territorio dell’ Arcidiocesi saranno intanto possibili, a partire da lunedì , l’apertura delle Chiese e la celebrazione delle esequie – anche con la S. Messa – ottemperando attentamente a tutte le condizioni richieste.

Per quanto riguarda l’apertura delle Chiese ed il relativo accesso, si ricordano le condizioni generalmente richieste per gli spostamenti, valide ovviamente per gli stessi fedeli e contro ogni assembramento.

Il vescovo di Salerno lascia ai parroci la possibilità di far entrare le persone valutando le dimensioni dell’edificio e l’attuabilità delle misure di distanziamento. Bellandi ha invitato a scegliere un orario ed una modalità che garantiscano sia un minimo di “controllo” degli accessi riguardo al numero, sia una corretta sanificazione degli ambienti. Non si potranno organizzare momenti di preghiera o adorazione comunitaria, fatta eccezione per la celebrazione delle esequie. Dovranno esserci all’ingresso 1-2 dispenser con prodotto igienizzante per le mani e qualora lo spazio della chiesa sia grande si dovrà delimitare una zona di accesso e di permanenza, anche per favorire la successiva sanificazione.

I fedeli troveranno all’ingresso un cartello alla porta, con scritto: gli orari di apertura; la richiesta di detergersi le mani all’ingresso e all’uscita; l’invito ad indossare la mascherina; la richiesta di mantenere la distanza minimale di un metro dalle altre persone; l’invito ad attendere fuori, qualora l’ambiente risulti un po’ affollato.

Per quanto riguarda la celebrazione delle esequie, il D.P.C.M. ha previsto che, sempre a decorrere dal 4 maggio, siano “consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.

La CEI ha quindi specificato, in una sua nota, alcune misure cui ottemperare con cura nel rispetto della normativa sanitaria. Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri, sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.

Vista la possibilità di celebrare le esequie anche con la Santa Messa, nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sarà il celebrante a recarsi ai posti, dove i fedeli – al massimo quindici – saranno disposti nel rispetto della distanza sanitaria.

Il sacerdote dovrà indossare la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca, e mantenga a sua volta un’adeguata distanza di sicurezza.La distribuzione dell’Eucarestia dovrà avvenire dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani; lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse.Ove siano presenti spazi idonei, contigui alla chiesa, si prenda in considerazione la possibilità di celebrare le esequie all’aperto, anche nelle aree cimiteriali, con il rispetto delle distanze di sicurezza e delle altre indicazioni sopra disposte.

Per quanto riguarda, infine, la ripresa delle celebrazioni feriali e festive delle messe si attendono ulteriori indicazioni da parte della CEI. In tal senso Bellandi ha vietato assolutamente iniziative personali che, oltre a generare sconcerto tra i fedeli stessi – violando espressamente i provvedimenti legislativi –, minano altresì radicalmente quel valore di fondo che è la “comunione ecclesiale”, che rappresenta la prima e più significativa testimonianza che ogni cristiano (sacerdote o laico) è chiamato a rendere.