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Campagna (Sa) – Ricorso respinto. Così, gli ermellini della Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso e condannato al pagamento delle spese processuali e di tre mila euro a favore della Cassa delle ammende, una casalinga di 45 anni e il marito, entrambi della Piana del Sele, accusati e condannati anche in primo e secondo grado di giudizio dai giudici del tribunale di Salerno, di aver diffamato dinanzi all’arcivescovo e alla Santa Sede, il sacerdote di Campagna, don Marcello Stanzione.
La vicenda risale a qualche anno fa, quando la donna 45enne, insieme al marito, entrambi ex collaboratori del sacerdote, rispettivamente segretaria ed autista, inviano uno scritto indirizzato all’allora arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno e alla Nunziatura Apostolica e la Congregazione per il Clero presso la Santa Sede in Vaticano, contenente accuse circa presunte condotte illecite poste in essere ai loro danni dal curato don Stanzione, quest’ultimo parroco e rettore della Chiesa di Santa Maria La Nova e presidente della Milizia di San Michele Arcangelo a Campagna.
Missiva contenente un presunto dossier di decine di pagine di accuse circa fantomatiche condotte morali illecite intrattenute dal sacerdote con la 45enne e che avrebbero collocato il parroco in ambienti di alta borghesia con donne facoltose con le quali avrebbe intrattenuto rapporti di amicizia finalizzati all’elargizione di offerte per la Chiesa.
Accuse queste, smentite subito dal sacerdote molto conosciuto nel modo ecclesiale e laico, tanto che alla missiva sul suo conto, don Stanzione fece seguire immediatamente una denuncia alla Procura della Repubblica di Salerno contro i due coniugi dove, dove difeso e affiancato dall’avvocato cassazionista Almerigo Pantaleone, in sede giudiziaria ha dimostrato l’infondatezza delle accuse artefatte ad hoc dai due coniugi per diffamarne la sua figura.
Falsità che hanno portato i magistrati del tribunale di Salerno a condannare per diffamazione in primo e secondo grado di giudizio, la 45enne e il marito, alla pena di due mesi di reclusione e al pagamento di un maxi risarcimento danni in favore del parroco.
Condanna al risarcimento civile e al pagamento di oltre tre mila euro che è ora stata confermata anche dagli ermellini, mentre per don Marcello Stanzione la sentenza della Cassazione segna la fine di un incubo durato anni nei quali però a difesa dell’integrità morale e religiosa del noto curato erano scesi in campo con manifestazioni pubbliche di solidarietà, amici, scrittori, sacerdoti e laici da tutta Italia.