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Salerno – Ufficio Studi Confcommercio: “Covid e crollo dei consumi del 10.8% (per una perdita di circa 120 miliardi di euro rispetto al 2019) hanno determinato la chiusura definitiva per oltre 390mila imprese a fronte delle 85 mila nuove aperture. 240mila imprese hanno chiuso esclusivamente a causa della pandemia. Tra i settori più colpiti, nell’ambito del commercio abbigliamento e calzature (-17,1%), ambulanti (-11,8%) e distributori di carburante (-10,1%). Nei servizi di mercato le maggiori perdite di imprese si registrano invece per agenzie di viaggio (-21,7%), bar e ristoranti (-14,4%) e trasporti (-14,2%). C’è poi tutta la filiera del tempo libero che, tra attività artistiche, sportive e di intrattenimento, fa registrare complessivamente un vero e proprio crollo con la sparizione di un’impresa su tre.

Alla perdita di imprese va poi aggiunta anche quella relativa ai lavoratori autonomi, ovvero quei soggetti titolari di partita Iva operanti senza alcun tipo di organizzazione societaria. Si stima la chiusura per circa 200mila professionisti tra ordinistici e non ordinistici, operanti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi, attività artistiche, di intrattenimento e divertimento e altro”.

Giuseppe Gagliano, imprenditore e presidente provinciale Confcommercio Salerno, sposta l’analisi dalla dimensione nazionale a quella territoriale locale: “Secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Salerno, dall’inizio della pandemia hanno chiuso circa 3.500 imprese, di cui quasi il 20% (quindi circa 700) a Salerno città. I settori più colpiti sono il commercio ed i servizi turistici, che oltre alle chiusure hanno registrato anche le maggiori perdite di fatturato.

È palese che in provincia abbia inciso negativamente l’assenza di turismo (nel migliore dei casi, in alcune zone si è lavorato non più di 3 mesi…), soprattutto di clienti stranieri che rappresentano il mercato più interessante perché, oltre alla spesa per dormire, con i loro comportamenti di acquisto portano ricchezza a tutto l’indotto. Per ciò che riguarda il capoluogo, non possiamo tacere cosa rappresenta l’assenza di un evento come Luci d’Artista.

Questi dati sono l’ennesima dimostrazione di quanto la politica sia distante dalle reali esigenze del Paese. Chi Governa non riesce ad affrontare la questione in chiave sistemica. Le imprese hanno bisogno di liquidità per ripartire e per far fronte alle prossime scadenze fiscali. Tutt’altra cosa rispetto alle mancette dei ristori ed alle carezze del cashback”.