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Salerno– 79 e 93 anni, positivi al Sars-Cov-2 e con femore fratturato. Sono giunti così all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, quasi in contemporanea, due anziani. Lei, nata nel 1929, da Mercato San Severino; lui, del 1943, da Salerno.

Senza la positività al virus, i due sarebbero stati presi in carico dalla Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia diretta dal professore Nicola Maffulli. “Oltre l’80% dei pazienti che arrivano da noi con la frattura del femore viene operata in 48 ore; di questo 80%, la metà nelle prime 24 ore”, spiega il primario.

Stavolta, però, il coronavirus ha complicato i piani. Il rapido consulto tra i vertici ospedalieri ha portato alla decisione di mantenere per il tempo limite di tre giorni i due anziani in osservazione al reparto infettivi, laddove sono stati monitorati tutti i parametri vitali. Constatato che il virus non ne aveva alterato alcuno, si è proceduto con le due rispettive operazioni chirurgiche.

Importante sottolineare che l’Azienda Ospedaliera – per non rallentare i ritmi degli interventi – ha attrezzato una apposita sala operatoria destinata esclusivamente ai pazienti infetti. Si trova al terzo piano, di fianco alle sale operatorie ordinarie.  

Il 15 febbraio, in rapida successione, i due sono stati trasportati sul lettino operatorio. Ad attenderli l’equipe coordinata dal professore Nicola Maffulli; composta dal professore Oliva, dall’anestesista Romanelli e dai professionisti Giovanni Attianese strumentista Maddalena D’Ambrosio, Serio Rivetti e Monica Spera. La squadra ha seguito rigidamente il protocollo: ogni componente indossava triplo camice, maschere e visiere. I pazienti sono stati operati in regime di anestesia spinale. “Parliamo con loro anche durante l’operazione”, spiega Maffulli. Che aggiunge: “Abbiamo rodato un sistema che ci permette, chirurgicamente, di intervenire efficacemente anche sui pazienti ‘positivi’. Operazioni del genere stanno diventando routine”.

Un altro sintomo di normalizzazione nel rapporto con il virus.