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Colliano (Sa) – “Il fatto non sussiste”. Con questa motivazione, una donna 34 anni di Colliano, assistita dagli avvocati Gaetano Milano e Giuseppe Caposiena, è stata assolta dai giudici della Corte di Appello di Salerno presieduta dal magistrato Silvana Clemente, dall’accusa di tentata truffa nei confronti del Comune di Colliano per aver simulato una caduta sulla strada comunale di Via Vignali con lo scopo di ottenere dal Comune un risarcimento danni di 5200 euro.

Vicenda per la quale la donna era stata condannata in primo grado dal giudice della Terza Sezione Penale del Tribunale di Salerno, Rosario Maria Celotto, a due mesi e venti giorni di carcere, pena sospesa, oltre al pagamento di una multa di 100 euro e delle spese processuali.

Il sinistro stradale sarebbe avvenuto il 17 agosto del 2015 quando la casalinga denunciò il Comune per lesioni personali riportate a seguito di una presunta caduta all’interno di un tombino collocato sulla strada comunale di via Vignali.
Denuncia che la donna presentò con annessa richiesta di risarcimento danni per un valore di 5200 euro al Comune di Colliano all’ufficio del giudice di pace di Buccino.

Fu infatti, il giudice di pace di Buccino, Rosaria Rita Izzi, che dopo aver ascoltato il sindaco pro tempore di Colliano, Antonietta Lettieri, la 33enne, testi, i periti e i difensori delle parti, a rigettare la richiesta di risarcimento danni e condannare la 33enne al pagamento delle spese processuali poiché, secondo il giudice, l’evento non sarebbe stato provato.
L’assoluzione del Comune davanti al giudice di pace portò l’allora sindaco di Palazzo di Città, Antonietta Lettieri, a denunciare la 33enne dinanzi alla Procura della Repubblica di Salerno per tentata truffa.

Solo nel 2018 la cittadina collianese fu citata in giudizio dal pubblico ministero e finì sul banco degli imputati dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Salerno dove fu condannata con l’accusa di tentata truffa nei confronti del Comune di Colliano. Alla sentenza però, seguì il ricorso in Corte d’Appello che ha portato all’assoluzione della donna.