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Valva (Sa). “Con l’uccisione di mio figlio, hanno distrutto anche la mia vita e quella della nostra famiglia. Ora vivo per ottenere giustizia per Stefano e le altre vittime”.
Si racconta così, al microfono di Anteprima24, Alessio Feniello, il papà del 28enne originario di Valva, Stefano Feniello, deceduto sotto le macerie dell’hotel Rigopiano di Farindola, in Abruzzo, il 18 gennaio del 2017.

E stamattina, nel giorno del dolore che ricorda i sei anni da quella slavina che si staccò dal Gran Sasso e travolse il resort, provocando 29 morti e 11 sopravvissuti, per la quale sono finiti a giudizio 31 imputati, di cui 29 persone e una società, accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi, dinanzi al Gup del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, comincerà la prima delle sei udienze in cui verranno ascoltate le arringhe dei legali della difesa.

Per quelle accuse, per le quale i Pubblici ministeri Andrea Papalia e Anna Benigni della Procura della Repubblica di Pescara, hanno chiesto 26 condanne e 4 assoluzioni, ( tra cui 12 anni per l’ex prefetto di Pescara, Francesca Provolo, 11 anni e 4 mesi per il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e 6 anni per l’ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco), gli imputati hanno scelto la celebrazione del processo con rito abbreviato che è in corso dinanzi al Gup e che si concluderà a metà febbraio con la decisione del giudice.

Udienza che oggi, nel giorno dell’anniversario di Rigopiano, assume un significato ancora più doloroso per le famiglie delle vittime che, come papà Alessio Feniello e la moglie, Maria Perilli, ritorneranno in aula incrociando gli sguardi degli imputati per poi recarsi, sul luogo della tragedia per la commemorazione.

“In tribunale guarderò in faccia ognuno di loro- dice Alessio Feniello, riferendosi agli imputati. – Sembra quasi una beffa che l’udienza di oggi si svolga proprio il 18 gennaio che per noi è il giorno del lutto, quasi a distogliere l’attenzione dal dolore. Spero-aggiunge papà Alessio- che lo Stato faccia il proprio dovere e vigili sul lavoro magistratura affinché venga fatta giustizia e chi ha ucciso mio figlio, venga punito”.

A sei anni dalla tragedia di Rigopiano, il dolore di papà Alessio e di mamma Maria resta vivo, così come il ricordo del loro amato figlio Stefano, morto sotto le macerie del resort inghiottito da una slavina la sera del 18 gennaio dove il giovane di Valva si trovava insieme alla sua fidanzata Francesca Bronzi, quest’ultima sopravvissuta, per festeggiare il 28esimo compleanno di lui e il quinto anniversario di fidanzamento.

“Ogni giorno, ed in particolare nel giorno del compleanno di Stefano- spiega papà Alessio- rivedo dinanzi ai miei occhi, il volto sorridente di mio figlio quel pomeriggio del 17 gennaio di 6 anni fa quando dopo aver pranzato a casa e festeggiato con me e mia moglie il suo compleanno, lui partì con la fidanzata per raggiungere il resort. Io e mia moglie- racconta Alessio Feniello- ogni giorno ci chiediamo cosa nostro figlio abbia pensato gli ultimi istanti prima di essere travolto e ucciso dalle macerie del resort crollato sotto la slavina. Una tragedia -urla Alessio Feniello- che si sarebbe potuta evitare se i vari rappresentati delle Istituzioni, oggi accusati di omicidio colposo, avessero fatto il proprio dovere perché quel maledetto hotel, quel giorno andava chiuso”.

Un dolore atroce quello di Alessio e Maria, che questo pomeriggio si recheranno sul luogo della tragedia per ricordare Stefano e deporre un fiore su ciò che resta delle macerie dell’hotel. “Porteremo un fiore a nostro figlio e pregheremo per lui nel posto dove il suo cuore ha smesso di battere. Stefano- dice con la voce interrotta dall’emozione papà Alessio- sa che siamo lì e sa che il nostro amore per lui ed il suo ricordo vivono nel nostro cuore ogni giorno”.

Dolore ma anche rabbia per non aver ottenuto ancora giustizia per la morte di Stefano e delle altre 28 vittime di Rigopiano, come spiega papà Alessio Feniello- “Tra i vari rinvii, le udienze della fase preliminare del processo vanno a rilento. Nonostante il Pm abbia chiesto al giudice condanne esemplari- sottolinea Feniello- gli imputati faranno appello dinanzi alla Corte d’Appello e poi dinanzi alla Cassazione e così- chiosa- passeranno altri anni. Spero- spiega- almeno di vedere la fine di questo incubo e di avere giustizia per mio figlio e per le altre vittime, affinché chi ha sbagliato paghi con la giustizia perché ad oggi, vedere gli indagati continuare a ricoprire i loro incarichi di lavoro, mi lascia solo un senso di sgomento”.

Dolore e ricordo anche a Valva, città natia del 28enne, che venerdì 20 gennaio, insieme alla famiglia Feniello, alle ore 18 ricorderà Stefano con la celebrazione di una messa presso la chiesa di San Giacomo Apostolo.