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Benevento – Giornata di Consiglio Provinciale ad hoc alla Rocca dei Rettori di Benevento. Dopo il duro confronto telefonico e figuraccia annessa, il presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci, aderendo ad una richiesta formulata dal Comitato Viabilità Negata del Fortore, ha radunato i consiglieri provinciali per affrontare l’ordine del giorno: “Viabilità del Fortore. Criticità”, facendo intervenire anche alcuni membri del Comitato.

A loro si è unito anche il Vescovo di Ariano Irpino Lacedonia, Monsignor Sergio Melillo, guida spirituale dell’area di Montefalcone, giunto nel capoluogo sannita per partecipare al dibattito sul futuro della comunità fortorina ormai isolata, date le pessime condizioni della SP 45 e della SP 50.

Ciò che ne è venuto fuori è stato un Consiglio Provinciale sui generis con qualche promessa e delle amare verità. Il Fortore in generale e Montefalcone in particolare diventeranno prioritari nell’impegno di spesa, da inserire nel prossimo bilancio triennale, dal 2018 dopo che, già nel finale del 2017, la Provincia aveva provato a raschiare il fondo della casse prosciugate dallo Stato, dalla legge Delrio e dall’immobilismo della Regione Campania, sempre più lontana dalla provincia di Benevento.

E’ questo il leitmotiv della mattinata alla Rocca: una serie di giustificazioni e rimpalli di responsabilità. Ricci accusa chi ha voluto le leggi che prevedevano la cancellazione delle Province e nel finale del suo intervento anche la tardiva reazione dei fortorini: “Se il problema della viabilità c’è da tempo perché vi siete svegliati adesso? Io sono da 3 anni alla guida della Provincia nel momento storico peggiore cioè quello della liquidazione dell’Ente”.

Il Consigliere Ruggiero rincara la dose sottolineando quanto sia difficoltoso operare in un territorio aspro come il Fortore e che anche gli agricoltori e le imprese contribuiscono a peggiorare la situazione delle strade non curando le aree di loro pertinenza. E poi le catastrofi: alluvione e neve in testa. Poi c’è chi accusa Del Basso De Caro, chi il Consigliere Mortaruolo; insomma una gara di scarico delle responsabilità a cui partecipano tutti.

Qualcuno dei rappresentanti del Comitato ricorda ai rappresentanti istituzionali presenti che sono anche i giganteschi tir che transitano sulle strade provinciali, per trasportare le grosse pale eoliche, che contribuiscono alla distruzione del fondo stradale e non gli agricoltori; sui tanti soldi del vento, però, nessuno mette bocca. Nemmeno i sindaci dei comuni fortorini, presenti all’appuntamento odierno, muti e quasi inermi dinanzi alla piccola rivolta sociale di Montefalcone. Il sindaco di Ginestra degli Schiavoni, Zaccaria Spina, ammette: “I cittadini hanno ragione quando dicono che ha perso la politica. Noi non riusciamo nemmeno a far convocare un consiglio; ci è voluta una sommossa popolare. Nessuno ci ascolta in Regione, al Governo. Abbiamo prodotto carte e documenti ma la considerazione che hanno di noi è pari a zero”.

Viene anche rilanciata la proposta, già sbandierata tempo addietro, di adottare una linea dura che possa essere simbolicamente efficace. E’ il consigliere Cataudo a tirarla fuori, trovando una sponda anche nei fortorini presenti: “Hanno ragione i cittadini a battersi ma anche il Presidente Ricci quando ricorda le difficoltà economiche in cui ci troviamo a causa dei tagli. Se serve ci dimetteremo tutti e andremo in Regione a batterci per farci ascoltare. Ci spoglieremo della nostra carica politica per farci sentire”.

A far tornare tutti con i piedi per terra ci pensa il consigliere delegato alla viabilità Di Cerbo, sindaco di Amorosi: “Non serve fare campagna elettorale. Diciamo la verità a queste persone. Non ci sono progetti esecutivi per risolvere definitivamente il problema della viabilità del Fortore. Si può curare il malato al momento ma non a lungo termine. Non abbiamo né le risorse finanziarie né quelle tecniche per trovare una soluzione. E in Regione ci rideranno di nuovo in faccia se non ci mettiamo al lavoro. Bisogna dire che qualche sindaco si è perso nel sottobanco politico, nelle ragioni di partito”.

L’intervento di Di Cerbo placa anche gli animi del Comitato che per la prima volta ascolta la cruda verità: al momento non ci sono progetti esecutivi e cantierabili per risolvere in maniera seria e definitiva il problema della viabilità nell’Alto Fortore.

Operazione verità portata avanti anche dall’ingegnere Panarese: “Abbiamo iniziato a programmare gli interventi necessari e prioritari per la SP 45 e 50 e stiamo preparando i progetti, dateci il tempo”. E ancora: “I soldi sono pochi e sappiamo che non risolveranno il problema sicurezza stradale ma al momento è quello che abbiamo. ”

Tocca di nuovo a Ricci riprendere possesso della scena: “Pensavate di venire qua e che facevamo i miracoli con la bacchetta magica? Il mio impegno riguarda il velocizzare i tempi per lavori emergenziali e destinare più fondi al Fortore nei prossimi tre anni, ora che ho la possibilità di farlo. Prima per le strade e le scuole avevamo zero euro. Ora 1 milione e 800 mila euro sui 2 milioni 200 mila disponibili li destineremo a voi.”

Il Comitato dalla nuova promessa riprende vigore: “Fare subito e fare presto. Ridateci il futuro; Montefalcone sarà qui per controllare quanti soldi metterete nel bilancio per noi”.

Un Consiglio provinciale, dunque,  molto particolare. Il momento politico era sicuramente il meno adatto, date le imminenti elezioni e il rischio strumentalizzazioni ma oggi dal consesso allargato qualche amara, quanto ovvia, verità è venuta fuori: Benevento e le sue istituzioni territoriali restano marginali e poco considerate e la colpa, per stessa ammissione dei diretti interessati, è un po’ di tutti, anche di chi per anni ha abbassato la testa e non ha badato all’interesse dei cittadini ma alle logiche elettorali e di partito.

Intanto al termine della seduta pace fatta tra Ricci ed il parroco don Annibale Di Stasio dopo le polemiche degli ultimi giorni: un grande abbraccio ed una calorosa stretta di mano hanno sancito la fine delle ostilità. “Questa presidenza e questo Consiglio hanno piantato un seme e lo faremo germogliare”

Nel video l’intervista al Vescovo di Ariano Irpino Lacedonia,  Monsignor Sergio Melillo