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Continua il botta e risposta tra Ministero dell’Istruzione e del Merito e Regione Campania riguardo la riforma dell’organizzazione del sistema scolastico voluta dal governo che prevede una drastica riduzione del numero di scuole e personale. Secondo una prima stia arrivata dal Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca si tratterebbe di ben 120 istituti. La Provincia di Avellino, potrebbe farne le spese in maniera massiccia. Da Palazzo Santa Lucia è forte l’intenzione di impugnare il decreto ministeriale e limitare gli accorpamenti mantenendo almeno 865 autonomie.

La conferma è arrivata dall’appuntamento del Polo Giovani di Avellino che ha visto la presenza dell’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini nel tavolo di confronto organizzato dai consiglieri regionali Maurizio Petracca e Enzo Alaia. Appuntamento che ha visto la massiccia presenza di amministratori, sindaci e dirigenti scolastici. «Si può sicuramente impugnare il decreto ministeriale – ammette Fortini – Il Ministero non ha ancora approvato il decreto, doveva farlo entro il 30 giugno. Stiamo attendendo la pubblicazione per impugnarlo per poi portare quante più autonomie nella nostra regione. Probabilmente chi non si occupa di scuola non si rende conto di quale dramma rappresenterebbe la nuova regola perché gli accorpamenti comportano una riduzione di personale e, di conseguenza, portare ad una riduzione di plessi. Quindi le famiglie, la mamma o il papà potrebbero trovarsi la scuola vicino casa chiuso. Ecco il motivo per cui siamo pronti a combattere».

«E’ chiaro che nel momento in cui ci sono questi accorpamenti, chiaramente, avrai un numero di studenti per classe maggiore questo porterà alla perdita di posti di lavoro – continua l’assessore regionale – Il personale ATA sarà il primo a diminuire, poi diminuiranno i posti per i docenti e questo significherà, ovviamente, una minore qualità del servizio offerto ai nostri studenti o studentesse». Alle parole di Lucia Fortini, fa eco il consigliere regionale, Alaia: «La nostra iniziativa parte da proprio per chiedere a Roma di rivedere i parametri del ridimensionamento scolastico – afferma – Nasce dall’esigenza che hanno espresso tutti gli amministratori o sindaci, quindi, vogliamo fare pressione sulla parte centrale dando maggiore possibilità ai nostri concittadini».