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Benevento – Pubblicata la relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa all’attività dei clan camorristici nel Sannio nel primo semestre del 2018. Le mafie traggono la “linfa vitale” necessaria a rigenerarsi “in soggetti sempre più giovani, impiegati in professioni poco qualificate o senza occupazione”: così scrive la DIA nel documento semestrale consegnato al Parlamento, sottolineando che, se da un lato le organizzazioni investono sempre di più su imprenditori e liberi professionisti, dall’altro puntano ad arruolare “operai comuni” e soggetti “in attesa di occupazione” nella fascia più giovane, quella tra i 18 e i 40 anni.

Nel dossier della Dia, uno sguardo è stato rivolto anche alla provincia di Benevento per nulla indenne dal cancro della camorra. Anche nel Sannio, infatti, “non si sono registrati mutamenti di rilievo negli assetti delle organizzazioni criminali di stampo camorristico presenti”. Il territorio appare, comunque, “esposto a reati di criminalità comune, in particolare quelli contro il patrimonio, con un’incidenza maggiore delle rapine in danno degli esercizi commerciali ubicati nelle aree confinanti con la provincia di Caserta”. Restano operativi i clan Sparandeo, Pagnozzi, Nizza (vicino agli Sparandeo. I Saturnino-Bisesto (vicini agli Sparandeo ed ai Pagnozzi) sono attivi nella valle Caudina, gli Iadanza-Panella nella zona di Montesarchio e Bonea, mentre gli Esposito in Valle Telesina. “A fattor comune – chiariscono gli analisti-, le menzionate organizzazioni avrebbero, quale primaria fonte di guadagno, i traffici di stupefacenti”.