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Scrive Pasquale Basile, esponente di CivicA e candidato di ‘Città Aperta’:
“Mastella negli anni ci ha abituato a una narrazione strategica: dire, magari in maniera roboante, ciò che porta un vantaggio per sè, e renderlo magari talmente roboante da nascondere ciò che porta svantaggio. 
Trucchi comunicativi noti, come catturare l’attenzione del “pubblico” con storielle, battutine… un po’ come nel rap o nell’hip hop quando il rapper scarsetto tecnicamente usa il trucchetto delle parolacce per spostare l’attenzione dalle sue mancanze. Una “punchline”, in gergo rapper, e Mastella ne fa largo abuso. 
Bene: Mastella coi rioni popolari e le contrade non c’azzecca niente. Molto semplicemente. Come ho detto e ripetuto più volte Mastella è quello con la corte dei miracoli appresso a Sant’Agostino, mentre tutta la città era piegata dal covid, quello delle cene in bianco…e dei servizi sociali chiusi e serrati manco Fort Apache. Mastella in molte contrade di Benevento non c’è neppure mai stato. 
E’ vero, in quelle zone ha preso molti voti: normale con l’esercito di candidati schierati al primo turno. Medici, avvocati e altro: in un Rione e in zone della città in cui le difficoltà sono tante è evidente che sono figure che “tirano”. 
Facile far voti così. Attenzione però: è già accaduto che tra primo turno e ballottaggio questi legami si slegassero. Dovrebbe saperlo Mastella: è accaduto tra I turno e ballottaggio nel 2016. E’ accaduto nel ’93 quando diventò Viespoli sindaco al ballottaggio, con il fortissimo appoggio del Rione Libertà…che al primo turno aveva sostenuto i candidati di Del Mese. 
Occhio dunque: che le narrazioni valgono per quel che sono, narrazioni appunto. Certo a volte funzionano: al buon Mastella è andata male per un pelo…ora però il trucco è stato scoperto. 
La verità è che a Mastella di contrade e Rione Libertà non importa nulla, gli importa solo dei loro voti. A Mastella importa solo di Palazzo Mosti…e semmai della strada che arriva a Roma”.