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Il duro colpo inferto dalla Dda di Napoli al clan camorristico dei Pagnozzi, egemone tra le province di Benevento ed Avellino, con l’arresto di 14 persone, ha acceso i riflettori sugli affari della malavita nel Sannio. Dall’inchiesta si è scoperto che il sodalizio criminale, oltre a gestire le principali piazze dello spaccio di droga ed a condurre un giro di estorsioni, aveva anche tentato di condizionare le elezioni amministrative nel comune di Moiano, svoltesi nel 2019, mediante la presentazione di una lista elettorale e con atti intimidatori nei confronti di appartenenti allo schieramento politico contrapposto del candidato sindaco Berardino Buonanno, risultato poi vincente.

Nel corso delle indagini si è accertato il tentativo di condizionamento esercitato da importanti esponenti del clan Pagnozzi nei confronti dell’attività degli organismi politici locali e del sistema di affidamento degli appalti pubblici. Gli inquirenti hanno scoperto che ad avere un ruolo cardine nella gestione dell’intera organizzazione era Pietrantonio Morzillo, 46enne di Moiano, che in concomitanza con le elezioni amministrative a Moiano il 26 maggio 2019, si era fatto promotore della Lista n.2 (Obiettivo Bene Comune), collegata al candidato Sindaco Berardino Buonanno, lista nella quale aveva piazzato otto dei dodici candidati, quali suoi “fedelissimi” da far nominare poi eventualmente assessori in caso di vittoria.

Nelle ultime settimane prima delle elezioni si verificarono, a Moiano, alcuni episodi delittuosi, finalizzati ad influenzare l’esito della tornata elettorale e riconducibili, secondo gli inquirenti, al capo clan Pietrantonio Morzillo. E’ la sera del 16 aprile 2019, quando a Moiano in via San Pietro, presso il distributore Goil, venivano esplosi quattro colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di una Ford Ka intestata a un dipendente del comune di Moiano. Il professionista denunciò ai carabinieri l’attentato dichiarando, a sua volta, di non aver ricevuto alcuna minaccia, ma di essere impegnato, come il figlio, nella campagna elettorale per l’elezione del nuovo consiglio comunale di Moiano. Tutta la sua famiglia appoggiava la lista elettorale del sindaco in carica, Giacomo Buonanno, e presso la sua abitazione si erano svolti gli incontri “politici” per determinare i vari candidati da inserire nella lista.

Alcuni giorni prima dell’attentato veniva captata dagli inquirenti un’interessante conversazione, chiaramente riferita alle elezioni in atto. In particolare, Pietrantonio Morzillo discuteva con un soggetto non identificato, in merito ad accordi “politici” in vista delle elezioni amministrative che si sarebbero tenute il prossimo mese di maggio 2019 nel comune di Moiano. I due operavano a sostegno della stessa lista, guidata da Berardino Buonanno, e Morzillo indicava che in caso di vittoria, l’assessorato ai lavori pubblici di quel comune sarebbe stato assegnato ad uno dei candidati da lui scelto. Precisava, però, che di fatto sarebbe stato lui a gestire l’assessorato, imponendo ad ogni appalto pubblico da realizzarsi la tangente del 10%, destinata alle casse del clan. Affermava, inoltre, che nello stesso modo sarebbe riuscito a scegliere la ditta che avrebbe dovuto gestire la raccolta e lo smaltimento di rifiuti solidi urbani.

Altro episodio, sempre collegato alle elezioni amministrative, si è verificato il 26 aprile 2019, quando un cittadino denunciava di aver scoperto a Moiano, presso un fondo di sua proprietà, che ignoti avevano attinto la porta d’ingresso del deposito con quattro colpi d’arma da fuoco. L’uomo non sapeva indicare i motivi di tale gesto, riferendo di non avere problemi con alcuno, di non aver mai ricevuto minacce. Inoltre il denunciante riferiva ai carabinieri che il cognato, fratello della moglie, era candidato nella lista elettorale cui faceva capo il sindaco uscente Giacomo Buonanno. Secondo gli inquirenti, in entrambi gli attentati i soggetti avuti di mira erano sostenitori o addirittura candidati nella Lista n.1, contraria a quella promossa dal Morzillo.

Inoltre, nella notte tra il 19 e il 20 maggio 2019 si verificò a Moiano un ulteriore episodio intimidatorio, questa volta ai danni di esponenti della Lista sostenuta dal Morzillo. Soggetti non identificati, infatti, dopo aver divelto la porta d’ingresso della sede della Lista per Berardino Buonanno Sindaco, davano fuoco a due tavolini e a materiale pubblicitario elettorale. Le modalità del fatto, sostanzialmente sovrapponibili a quelle degli attentati in precedenza verificatisi, e il comportamento tenuto dall’indagato inducevano a ritenere che Morzillo avesse organizzato anche l’attentato apparentemente rivolto a colpire la Lista da lui sostenuta, col chiaro intento di suscitare clamore della popolazione locale, incolpando del gesto i sostenitori del Sindaco uscente. 

A dimostrazione del fatto che Morzillo, unitamente ai suoi uomini, metteva in atto azioni delittuose contro la sua lista al fine di far incolpare gli avversari, gli inquirenti intercettarono alcune conversazioni nel corso della campagna elettorale, antecedenti i fatti sopra indicati. In particolare Morzillo e altri due indagati si mettevano d’accordo per incendiare un manifesto inneggiante alla loro lista, così da poter fare le vittime, incolpando gli avversari: “Così facciamo le vittime noi”.