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“Le regole del Pd, tanto decantate, si fermano al casello di Castel del Lago. Prendiamo atto – scrive in una nota il coordinamento di Essere Democratici – che i commissari provinciali Bordo (Avellino) e Borghi (Benevento) hanno usato lo stesso metro di giudizio, respingendo le iscrizioni al Partito di chi ha disatteso le indicazioni delle rispettive federazioni provinciali e si è candidato fuori e contro il PD. 

A Benevento, tuttavia, è stato cacciato non solo chi si è candidato, ma anche chi ha sostenuto pubblicamente e mediaticamente le liste contrapposte al simbolo PD. 
Ebbene, ad Avellino il promotore e sponsor principale di Festa e delle sue liste ha un nome e un cognome: l’on. Umberto Del Basso De Caro. 
Dunque, se le regole valgono per tutti, in Irpinia come nel Sannio, Del Basso De Caro deve essere estromesso dal PD per aver incoraggiato e sostenuto la formazione di liste estranee e contrapposte al Partito alle ultime amministrative di Avellino. Cosa che si è ripetuta alle elezioni regionali del 2020, quando il deputato democratico ha sostenuto apertamente il Partito animalista. 
 
E qui si pone una questione: l’on. Del Basso De Caro è da considerarsi “legibus solutus” o piuttosto chi è stato eletto alla Camera quale capolista di un listino bloccato ha il dovere di dimostrare ancora più degli altri attaccamento e responsabilità verso il proprio Partito? A Bordo, Borghi e Letta la risposta.
Dunque, a parità di condizioni, tutti fuori dal PD, compreso Del Basso De Caro. La coerenza vorrebbe questo.
 
Per concludere, assistiamo ammirati all’ennesimo capolavoro politico di De Caro: sognava di conquistare il PD di Avellino e invece si gode in solitudine la vittoria della battaglia di Reino. Sic transit gloria…”