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La ‘gran festa’ per l’arrivo di Marcello Carli nel ruolo di direttore tecnico giallorosso, addirittura ancor prima che finisca il campionato della nuova retrocessione, ha fatto scattare pure la celebrazione delle scoperte di Carli come se quei giocatori dovessero vestire la maglia giallorossa oppure come se le cifre incassate da altre società giungeranno con certezza pure al Benevento. Purtroppo i calciatori scoperti e lanciati nel grande calcio da Carli non verranno nel Sannio, perché sono stati tutti scoperti tra A e B e in quelle categorie giocano e resteranno a giocare ancora per un po’. Così come gli euro girati nelle trattative condotte da Carli hanno riempito le tasche di altri club e, almeno nell’immediato, non riempiranno quelle di Vigorito.

Certo, il passato depone favorevolmente per il futuro. Cioè se Carli ha fatto qualcosa di buono altrove e per qualcun altro ci si augura e si spera che possa ripetersi a Benevento. Fuor di dubbio. E di Carli, è bene sottolinearlo, nell’ambiente calcistico parlano tutti non bene ma stra-benissimo. Ma ancor prima di analizzare i calciatori ‘scoperti’ per capire chi eventualmente ‘scoprirà’ a Benevento, il primo compito del nuovo direttore tecnico giallorosso sarà quello di scegliere l’allenatore più adatto al suo progetto tecnico.

Il tratto che emerge preponderante dalle scelte passate di Marcello Carli, per tracciare una sorta di identikit della scelta futura, è che il dirigente toscano opta sempre per tecnici che fanno del ‘gioco manovrato’ la propria filosofia di calcio. Su questo non ci sono dubbi. Carli nei primissimi anni da dirigente ha scelto tecnici con idee meno propositive, ma poi mica tanto. Quando divenne responsabile del settore giovanile empolese sulla panca della prima squadra c’era saldamente Silvio Baldini. Uno che non ha affatto disdegnato recenti incarichi in serie C, facendo bene sia con la Carrarese che con il Palermo riportato in B.

Poi c’è stata la prima stagione da direttore sportivo dell’Empoli nel 2010-11, in cui Carli operò la sua primissima scelta con Alfredo Agleitti. Nella stagione successiva, invece, il diesse si ritrovò in un campionato tormentato a barcamenarsi con tre allenatori: Aglietti, Pillon, l’ex giallorosso Carboni e nuovamente Aglietti. Da quell’annata travagliata scattò la successiva scelta Sarri e le tre folgoranti stagioni successive.

Dopo Sarri il diesse riprovò la strada del ‘giochismo’ con Giampaolo e poi con Martusciello, ma con meno fortuna rispetto a quanto raccolto con l’attuale allenatore della Lazio ed ex tecnico di Napoli, Juve e Chelsea.  

Ma se vogliamo trovare un allenatore che può davvero legarsi a doppia mandata a Carli, quel tecnico è proprio Giovanni Martusciello, attuale collaboratore di Maurizio Sarri, che a prescindere da chi sia stato in panchina all’Empoli ha vissuto gomito a gomito con Carli per circa 25 anni, prima nel settore giovanile e poi nella prima squadra empolese. Ma a meno che Martusciello, improvvisamente e fors’anche clamorosamente, non lasci Sarri e la Lazio e difficile immaginarlo sulla panchina del Benevento.

Giovanni Martusciello

Altre scelte di Carli negli ultimi anni sono state Rolando Maran a Cagliari poi sostituito da Walter Zenga, ma anche Liverani a Parma, per sostituire D’Aversa salvo poi dover correre ai ripari e richiamare proprio D’Aversa. Impensabile che anche solo uno dei quattro possa essere un papabile per la panchina del Benevento, nemmeno dinanzi a un super progetto con l’obiettivo di vincere ‘facile e subito’ (almeno sulla carta). Non appaiono in una situazione tale da poter accettare il declassamento in C, partendo da Maran e Zenga, passando a Liverani sino a D’Aversa che ha addirittura declinato l’invito a sedersi sulla panchina del Benevento recentemente in B, stante la situazione critica dei giallorossi già prima dell’arrivo di Stellone.

Il prossimo allenatore del Benevento sarà sicuramente un ‘giochista’ e fors’anche ‘esperto’, ma per il nome bisognerà aspettare le prime mosse di Carli che da lunedì sarà pienamente operativo.

Il Benevento riparte: cosa rivela e cosa non può ancora dire l’approdo in giallorosso di Marcello Carli