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Era il 1915, il Movimento Futurista editava una cartolina postale poi passata alla storia. La bandiera tricolore perdeva il suo equilibrio, con il rosso a farla da padrone. “Marciare e non marcire” – c’era scritto sopra. Sette anni dopo quelle parole risuonavano per le vie della Capitale, attraversata da migliaia di uomini in camicia nera. L’anno era il 1922, il giorno il 28 ottobre.

Tra due settimane saranno trascorsi cento anni da una delle pagine più buie della storia italiana. Coincidenza vuole che quel giorno, a Napoli, ci sarà un’altra marcia. In direzione ovviamente opposta e contraria alla precedente. Diversi saranno i colori, diversi gli intenti. E se Marinetti e i suoi tendevano a rilanciare la spinta interventista, De Luca il 28 ottobre marcerà per la Pace, per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina. “Fermate l’atomica” – riporta il manifesto dell’iniziativa. Lodevole, nulla quaestio. Eppure l’appello del governatore sta suscitando più scetticismo che entusiasmo. E infatti se tutti, o quasi, dichiarano di condividerne lo spirito, molti già hanno fatto sapere che in piazza, con De Luca, non ci saranno.

Perché? Una spiegazione, magari, può offrirla la proliferazione di mobilitazioni simili. Napoli ospiterà altre due manifestazioni per la pace: una si terrà il 21 ottobre ed è promossa dalla sigle che si riconoscono nel movimento ‘Europe for Peace; l’altra, voluta dalla Chiesa, ci sarà a novembre e coinvolgerà l’associazionismo cattolico.

Divisa è anche la politica. Questa mattina, con un’intervista pubblicata su ‘Il Mattino’ nelle pagine nazionali, Clemente Mastella – sindaco di Benevento e alleato di De Luca a palazzo Santa Lucia – si smarca dal governatore. “Non ho mai partecipato a una marcia, né a una manifestazione. Ho una cultura non movimentista e non inizierò certo con la marcia organizzata da De Luca” – spiega l’inquilino di palazzo Mosti. “Non è una scelta polemica contro De Luca – aggiunge – ma che rispecchia il mio modo di intendere l’impegno politico. Non tocca alle istituzioni organizzare manifestazioni”.

Ma pure tra le fila del Pd, che invece alle piazze è abituato, l’iniziativa del governatore non scalda i cuori. Qui a pesare sono alcune considerazioni politiche rivolte al recente passato, pensiamo ai decreti per l’invio della armi in Ucraina firmati proprio da ministri Dem ma anche malcelati timori rispetto al prossimo futuro.

I soliti beneinformati raccontano infatti che al Nazareno si guarda con sospetto al protagonismo pacifista del politico salernitano. Il ragionamento è semplice: De Luca vuole cavalcare una grande emergenza nazionale per acquisire visibilità e occupare spazi per poi tentare la scalata al Partito Democratico. Insomma, la stessa contestazione che gli avversari gli hanno mosso in Campania nel periodo più drammatico della pandemia.

De Luca ne è consapevole. E reagisce ai dubbi e alle critiche come al suo solito: preparando la prova muscolare. Poco cambia se a essere interpellate, stavolta, non saranno le urne ma la piazza. Il 28 sapremo se avrà vinto la sua sfida. “Marciare, non marcire”.