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Benevento – Ore 22.23 del 23 giugno 2023. Non è il momento esatto di un nuovo sbarco sulla Luna ma l’atmosfera suggerisce qualcosa di simile. Quando l’attore turco Can Yaman appare dietro le quinte per raggiungere il palco, una marea di fan si avvicina alle transenne mettendo a dura prova il servizio d’ordine varato dagli organizzatori del BCT. Cori, baci che si perdono nel vento, frasi d’amore. C’è chi ha portato con sé uno striscione, è un gruppo composto da sostenitrici che si firmano come ‘Le Yamanine’. Ad ogni frase di Can urlano, si sbracciano, gli lanciano un segnale che lui spesso ricambia.

E’ un vero tripudio quello che la platea di piazza Roma riserva ad uno degli ospiti più attesi della settima edizione del Festival. Sul palco, con il 33enne di Istanbul, ci sono Francesco Cirulli – Presidente dell’Associazione benefica Can Yaman For Children – e Francesco Pisani, primario di Neuropsichiatria infantile al Policlinico Umberto I di Roma, a rimarcare l’impegno nel sociale dell’attore, in prima linea contro i disagi giovanili. La tematica – estremamente seria – non deve però aver destato l’interesse di tutti, considerato che più di una persona tra le presenti ha pensato (male) di far partire il coro “Sei Bellissimo” (chiaramente rivolto a Yaman) proprio durante l’intervento del professore. 

Ma ‘the show must go on’, come recitava una celebre canzone, nonostante un’altra mossa a sorpresa. Stavolta a rendersi autore del gesto è lo stesso Yaman, che con un balzo salta dal palco alla platea per godersi la prima clip della serata. Un colpo di coda che rappresenta un brutto scherzo per la security, colta di sorpresa. In decine si alzano dalle sedie per assalire letteralmente l’attore, che resta impassibile come una statua e si concede ai selfie. Al termine della clip, quando Can risale sul palco, più di un paio di donne lo rincorrono in barba al buon costume per chiedergli una foto. Occorrono diversi secondi e tanta pazienza da parte degli addetti prima che la situazione torni alla normalità. 

Il nazionalpopolare si prende così la scena lasciando le briciole ai temi centrali della bella intervista condotta dalla giornalista Martina Riva. La gavetta in Turchia, l’esperienza nella serie Day Dreamer, girata nel suo Paese, il sogno di recitare con Benigni e di essere diretto dal regista Ozpetek (“Ho visto tanti loro film quando ero bambino, sono cresciuto così”). E poi il rapporto con Istanbul (“Una città che apre se stessa alla contaminazione, un trampolino per crescere in fretta e provare nuove esperienze”). Ma anche una confessione: “Quando ho recitato per la prima volta in Italiano mi sentivo una pippa, ma sono una persona molto ambiziosa e sicura di sé. Le sfide non mi spaventano”.

In cantiere c’è la serie Sandokan, le cui riprese dovrebbero iniziare a marzo. Non sono mancati i complimenti a Benevento e in generale all’Italia: “Sono stato due ore qui, mi sembra una bella città, molto accogliente. Ma io amo l’Italia, c’è molto meno caos rispetto alla Turchia e mi riconosco nella mentalità del suo popolo”. Sul tavolino che fa da corredo al palco ci sono il profumo che porta la sua firma, la sua autobiografia (“So di essere giovane ma dovevo scriverla perché leggo troppe fake news su di me”, dice) e ben due premi che il festival diretto da Antonio Frascadore ha inteso consegnargli.

Un sex symbol deciso, un attore determinato, un uomo sincero legato ai valori e vicino a chi è in difficoltà con iniziative concrete. Un giovane che nonostante il successo ormai conclamato ci tiene a fare le cose per bene, si affeziona alle persone e ai progetti. A vederlo, Can Yaman sembra perfetto, inscalfibile. Devono pensarla in questo modo soprattutto tante delle sue ammiratrici presenti in questa calda serata d’inizio estate, disposte a qualsiasi cosa pur di accarezzare i suoi dirompenti muscoli. Anche solo per un istante.