- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento – Carmine Valentino ha oltrepassato il Rubicone. Dentro o fuori tempo massimo lo capiremo più avanti. Ma certo la sua ultima nota stampa sulla vicenda della chiusura del Pronto Soccorso di Sant’Agata dei Goti segna un punto di non ritorno. La farsa è finita. Il Pd sannita non ha mai amato De Luca. Una mancanza di simpatia a onor del vero ricambiata dal Governatore. E anche quando le parti fingevano, fingevano male. Persino imbarazzante lo spettacolo andato in scena a Telese, lo scorso settembre. Una mortificazione sopportata, vogliamo sperare, dal gruppo dirigente locale ‘democrat’ soltanto in funzione del risultato portato a casa. Trascorso un po’ di tempo, però, abbiamo scoperto che mantenere in vita il Ps della città saticulana voleva significare, per De Luca, spostare di qualche chilometro, nelle ore serali, una ambulanza. Da Limatola a Sant’Agata dei Goti. Come se due torti potessero fare una ragione. Inevitabile la reazione di Valentino. Tardiva? Lo decideranno i suoi concittadini tra qualche mese, recandosi ai seggi.

La sensazione – a interpretare le parole del sindaco – è che lo “scippo” sia ormai consumato. E per il Partito Democratico sannita – che per mesi ha difeso il Piano Ospedaliero di De Luca da ogni attacco, come neanche Cannavaro ai mondiali di Germania – questa sarebbe la sconfitta più grave tra quelle subite negli ultimi anni. E allora giunga il tempo della chiarezza. Lunedì è in programma la direzione provinciale del partito e la discussione non può esaurirsi nell’analisi del voto alla Rocca. Non esiste questione più seria della sanità. E le cose sono due: o Valentino ha parlato da sindaco e non da rappresentante del Pd, e allora deve solo rassegnare le dimissioni da segretario, o la sua voce è quella del partito e dunque è Mortaruolo a dover trarre le conseguenze del caso, abbandonando la maggioranza in Consiglio Regionale. Basta finzioni, basta ambiguità. Il di più viene dal maligno.