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Benevento – Un libro che nasce dalla voglia di un cambio radicale con l’opportunità di vivere un’esperienza lontano da casa, a Cambridge per l’esattezza, meta raggiunta per motivi di lavoro.

E questa esperienza ha aperto un mondo sensazionale fatto di cultura underground e tradizioni inglesi, musica, musei, serate al pub, filosofia minimalista, realismo pasoliniano, improbabili modi di conoscere gente straniera in terra straniera e una traversata in treno fino in Scozia per raggiungere i luoghi più remoti delle Highlands nel pieno dell’inverno.

Tutto ciò all’interno del libro di Marco Coviello, insegnante e musicista, nato a Varese e cresciuto a Benevento, protagonista nel tardo pomeriggio dell’evento a lui dedicato a Roma, presso la libreria Incipit, il luogo della presentazione di ‘Vado – 111 giorni in UK’, evento moderato da Michele Piramide e Stefano Tarquini.

L’idea del libro nasce durante lo storico lockdown, tra marzo e maggio del 2020. Costretto a trascorrere intere giornate chiuso in una stanza, mi era capitato sotto agli occhi un diario dei miei giorni inglesi. 111 giorni per l’esattezza, vissuta principalmente a Cambridge tra il 2017 e il 2018 per motivi lavorativi. Leggendolo, c’ho ritrovato dentro un’esperienza sensazionale che miscelava viaggi, concerti, musica, cinema, scene underground, tradizioni, serate nei pub, filosofia minimalista, realismo pasoliniano, improbabili modi di conoscere gente straniera in terra straniera e una traversata in treno fino in Scozia per raggiungere i luoghi più remoti delle Highlands nel pieno dell’inverno. In quel diario c’erano tanti aneddoti e tanta vita e così ho provato a riordinarla e raccontarla. La scrittura divenne un gesto apotropaico giornaliero per allontanare i malesseri dati dal lockdown e mi ha aiutato a viaggiare di nuovo, almeno coi ricordi. Dapprima erano solo pensieri sciolti, singoli capitoli di vita. Quando, poi, cominciarono ad avere un filo conduttore, arrivato a buon punto e rileggendo il tutto, capii di avere tra le mani una storia che avrebbe potuto incuriosire tante persone“.

Il libro è diventato già un best-seller di letteratura inglese e irlandese contemporanea (214°in classifica vendite italiane a fine febbraio), e può essere sicuramente un ottimo spunto da cui partire per chi vuol conoscere un po’ di più il Regno Unito, approcciando con gli occhi di uno straniero che vi si trasferisce piuttosto che con quelli di un autoctono. Il libro racconta anche di altre culture europee con cui l’autore è entrato in relazione in quei giorni, cercando insieme modi di creare comunità e vita sociale all’estero quando non si conosce nessuno.

Essendo una storia vera, si parla anche dell’attualità di quei giorni, dalla Brexit,  all’Indipendenza mancata della Catalogna, passando per la paura degli attentati jihadisti nelle grandi città europee.

La volontà è stata quella di scandire i racconti in maniera molto fluida, come dettato dal ritmo di una pedalata. Pochi tempi morti e tanti episodi che scorrono uno dopo l’altro. La bici è stata grande protagonista di molte avventure vissute tra i vicoletti di Cambridge“.

Da lì nasce l’idea di copertina dell’illustratrice sannita Cristina Francesca.