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Il Governo, contrariamente a quello che dichiara il presidente De Luca, ha la piena potestà di assumere iniziative avocando a se la risoluzione di problemi di rilievo nazionale come è la tutela della filiera bufalina dalla brucellosi, e soprattutto come nel caso casertano in cui c’è un problema sanitario irrisolto da dieci anni che investe un settore strategico per l’intero Made in Italy del Paese, come è quello della mozzarella di bufala campana dop“. Così Gianni Fabbris, portavoce del coordinamento deli allevatori bufalini del Casertano, che da un anno e mezzo protestano chiedendo il ritiro del piano della Regione Campania di eradicazione di brucellosi e tbc bufaline, replica alle parole del presidente De Luca, secondo cui il “Governo non può commissariare assolutamente niente, gli allevatori bufalini sono per il 99% d’accordo con il piano regionale di eradicazione della brucellosi”.
Un botta e risposta a distanza che nasce dalla richiesta avanzata il 22 maggio dagli allevatori bufalini nel corso dell’incontro avuto al Ministero della Salute, alla presenza di parlamentari di tutti i partiti, tecnici ed esperti, ma non della Regione Campania e delle quattro associazioni di categoria degli agricoltori, Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri, che siedono al tavolo verde della Regione Campania, le uniche con cui interloquisce l’ente guidato da De Luca. Nel corso della riunione romana Fabbris auspicò che il Governo commissariasse “la Regione, come fece Prodi nel 2007, quando nominò un commissario governativo per risolvere l’emergenza brucellosi nel Casertano”. E oggi ribadisce la richiesta. “Il Governo ha tutti i poteri per attuare le misure che riterrà più adeguate ma, oggi, ne ha anche la piena legittimazione sia di fronte alla certificazione del fallimento dei Piani attuati in Regione Campania, che emerge dai numeri impietosi, sia per effetto del mandato ampio che il Senato gli ha dato di intervenire votando all’unanimità, in sede di approvazione del Decreto Mille Proroghe, l’Ordine del giorno che sollecita l’applicazione della normativa europea, secondo cui un capo va abbattuto solo se gli viene riscontrata la malattia, non se viene trovato positivo, come accade nel Casertano”.

In relazione poi al dato fornito da De Luca sul 99% degli allevatori che sarebbero dalla parte della Regione, Fabbris spiega che “le quattro associazioni sindacali che siedono nel tavolo verde sono una minoranza fra le aziende allevatrici e sono una piccola parte di tutto il mondo della filiera dell’allevamento e della sua trasformazione. Le quattro associazioni sindacali, che hanno il pieno diritto di rappresentare i propri iscritti e di dare ragione al Presidente, rappresentano al massimo il 40 – 45% degli allevatori”.