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E’ stata un’audizione tesa, a tratti un dialogo tra sordi, quella avuta il 14 novembre scorso in Commissione Antimafia dal sindaco di Aversa (Caserta) Enrico De Cristofaro, convocato per spiegare perché la sua giunta non si sia costituita parte civile nel processo nato dall’indagine della Dda di Napoli “The Queen”, relativa ad appalti regionali concessi a ditte vicine al clan dei Casalesi, in cui lo stesso primo cittadino è indagato per corruzione e turbativa d’asta, ma senza l’aggravante mafiosa, con riferimento alla gara indetta dall’Adisu (Agenzia per il diritto allo studio universitario) per la ristrutturazione della Casa dello studente di Aversa. Il verbale è stato declassificato oggi da “riservato” a “libero”. De Cristofaro, sindaco di centro-destra, è stato sentito dai parlamentari facenti parte del Terzo Comitato della Commissione – si occupa di infiltrazioni mafiose in istituzioni territoriali ed enti locali – Mario Michele Giarrusso, del Movimento 5 Stelle, presidente, Franco Mirabelli (Pd) e Luisa Bossa (Mdp). A loro ha ribadito la sua verità, quella strettamente formale secondo l’Esecutivo ha deciso di non far costituire il Comune in giudizio perché “la Casa dello Studente è stata concessa dal 2010 in comodato d’uso all’Adisu, e lo è tuttora, per cui il Comune non possiede l’immobile e non sarebbe dunque parte offesa, condizione preliminare per potersi costituire parte civile”. Una risposta bollata dalla Bossa come da “azzeccagarbugli”. De Cristofaro ha rinviato al mittente le accuse di scarsa trasparenza e di conflitto di interesse. “Non ho preso parte alla seduta della Giunta che ha deciso sulla questione” ha tagliato corto il sindaco. I commissari hanno poi evidenziato come ai sensi dell’articolo 50 del Tuel, “la decisione sulla costituzione di parte civile spetti al sindaco o al vice-sindaco, e non alla giunta”. “Ammetto una mia deficienza per quanto riguarda la costituzione, se sia del sindaco o del vicesindaco – ha risposto De Cristofaro – noi leggendo le carte avevamo inteso che la costituzione fosse di competenza della Giunta”. Due le richieste che il Gip di Napoli ha inviato al Comune di Aversa affinchè valutasse se costituirsi; De Cristofaro ha spiegato di aver chiesto poi allo stesso  “Gip e al pm di verificare se eventualmente siamo parte lesa o parte offesa”. Parole che hanno fatto infuriare Mirabelli e Giarrusso. Per il senatore Pd, commissario provinciale del partito a Caserta, in un territorio come quello di Aversa dove è forte la presenza della camorra, “la costituzione di parte civile da parte del Comune serve proprio per testimoniare una volontà di contrasto alla criminalità organizzata e alla presenza della criminalità organizzata in quei comuni”. “Mi scusi, sindaco – ha poi osservato Giarrusso – io una vicenda del genere, anche da avvocato, non la ricordo, che un ente come il comune richieda ai giudici se è parte lesa o meno: l’ente è rappresentante dei cittadini di quel territorio, quindi si costituisce parte civile anche in processi a più ampio raggio, che non direttamente riguardano l’ente comune, ma riguardano il territorio e i cittadini che vi abitano. Noi qua abbiamo invece un procedimento inverso, cioè il Comune sta cercando di non costituirsi, mentre è al contrario che funziona. Il Comune si costituisce, poi sarà il magistrato a dire se siete rappresentanti di quegli interessi o meno, e in genere con le amministrazioni ammette sempre le costituzioni di parte civile”. De Cristofaro non ha cambiato linea, spiegando che la mancata costituzione, a suo dire, non produrrebbe alcun danno alla collettività. Tensione quando si è parlato del mancato dibattito sulla questione in Consiglio Comunale; per tre volte, nei mesi scorsi, non si è discusso della mancata costituzione di parte civile dopo che era stata votata una pregiudiziale della maggioranza che impediva appunto al Consiglio di esprimersi sulla vicenda. “La mancata discussione in Consiglio comunale di una vicenda del genere in un territorio come quello aversano (io sono siciliano, lei è campano, sappiamo di cosa si tratta) le sembra una posizione sostenibile? ha domandato l’esponente siciliano Cinque Stelle. “Per quanto riguarda il territorio aversano – ha risposto De Cristofaro – è inutile dire che ci stanno delle difficoltà e dei disagi, a me personalmente non risulta…”; “disagi lei intende la camorra?” ha replicato Giarrusso. “No, disagi dovuti a fatti delinquenziali”. “Il problema – ha proseguito il sindaco – è che questa era diventata una questione politica, e la politica si è espressa in una determinata maniera, non pensando assolutamente a quello che può essere la preoccupazione di fronteggiare e di porci come baluardo contro la camorra, contro la delinquenza, contro l’inciviltà, che sono azioni che noi quotidianamente mettiamo in essere con tutte le nostre forze”. “Ma che vuol dire?” ha detto la Bossa; “qua – ha le fatto eco Giarrusso – siamo organi politici, qua stiamo parlando di politica, politica della sicurezza dei cittadini, di contrasto alle mafie, e cosa vuol dire ‘è una questione politica’ ? Credo che non abbia risposto a nessuna delle domande” ha concluso.