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NAPOLI – Come è possibile che finora, per la metropolitana di Napoli, si siano spesi oltre 4 miliardi di euro, si siano inaugurate le stazioni dell’arte, ma che nessuno abbia pensato di rendere binari, banchine, scale, ascensori, corridoi scavati sottoterra dei posti sicuri?

In una città violenta come Napoli, sembra tanto più un paradosso. Sta di fatto che basta fare un viaggio lungo la linea 1, l’unica, ad oggi, sebbene non completamente, funzionante, per rendersi conto che è proprio così.

A rischio e pericolo soprattutto delle donne, c’è da aggiungere: tant’è che risalgono alla scorsa settimana gli ultimi episodi di aggressioni che le hanno viste vittime denunciati sia alle autorità di polizia che sui social.

Ma è proprio vero che finora niente era stato pensato per evitare il blackout dei telefoni cellulari nelle stazioni? Nino Simeone, presidente della commissione Infrastrutture, mobilità e protezione civile, questa mattina, ha dimostrato di no.

Ha ripescato, infatti, una delibera (la numero 81 del 20 febbraio 2015) avente ad oggetto “Approvazione del progetto per la realizzazione di impianti di telecomunicazione mobile all’interno della Linea metropolitana 1, atti ad ospitare tutti gli operatori concessionari di licenza”.

E insomma: i tanto invocati ripetitori. Chi era autorizzata ad impiantarli? La Napoli Holding.

“Ai sensi del Contratto di Comodato d’uso approvato con deliberazione della giunta 772/2014”, era questa partecipata del Comune a dover “definire apposito schema di contratto con gli operatori concessionari di licenza per il pagamento di un canone per l’utilizzo di spazi di proprietà del Comune e per l’erogazione di risorse e servizi di competenza del gestore del servizio di trasporto pubblico urbano, l’Anm”.

Ora, Simeone, come il resto dei napoletani, a quasi 7 anni di distanza della delibera, “rileva che nulla è stato fatto”.

Perchè? Perchè in tutte le metro i telefoni funzionano tranne che a Napoli? Per un periodo, data l’emergenza terroristica, solo nella tube di Londra furono interdetti. Ma ora sono iniziati i lavori che entro il 2024 garantiranno una copertura 4G anche lungo tutta la rete della capitale britannica.

Perchè, quindi, solo Napoli rimane scoperta da questo servizio così importante per la sicurezza degli utenti? Simeone lo ha chiesto con una interrogazione all’assessore alle infrastrutture Edoardo Cosenza e all’amministratore unico di Anm (Azienda napoletana di mobilità), Nicola Pascale.

“Sembra paradossale – ha osservato, tra l’altro, il presidente della commissione mobilità – Da una parte si acquistano nuovi treni con avanzati sistemi tecnologici e rete wifi, dall’altra nelle nostre gallerie non c’è alcuna infrastruttura telefonica che possa permettere ai viaggiatori di usufruire del servizio di comunicazione”.

Per questo, la storia promette di non finire qui: Simeone ha chiesto “di attivare tutte le procedure affinché venga reso operativo il progetto già approvato e di conoscere le motivazioni per le quali a tutt’oggi la Linea 1 della metropolitana non ne sia stata dotata”.