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Sono appena tre le residenze universitarie gestite dall’Adisurc nella città di Napoli a servizio della popolazione studentesca delle università Federico II, Parthenope, Orientale, Suor Orsola Benincasa e Vanvitelli.
Strutture che non soddisfano il numero di studenti fuori sede che necessitano di un alloggio in città e che si trovano in zone poco sicure o poco accessibili, con prezzi ‘vantaggiosi’ solo se confrontati con il mercato privato, cui si rivolge la maggior parte degli studenti, caratterizzato da forme speculative, elusione ed evasione fiscale. E la questione legata alla residenzialità nella nostra città non riguarda solo gli studenti fuori sede, ma anche lavoratori, disoccupati, pendolari e pensionati. Riguarda ormai l’intera città”. Cgil, Sunia e Udu Napoli nell’ambito della campagna nazionale “Senza casa, senza futuro” lanciano l’allarme a Napoli, annunciando l’apertura – dal 4 settembre prossimo – di uno sportello di assistenza a tutti gli studenti in cerca di un alloggio in città, con particolare attenzione alle possibili truffe in fase di locazione abitativa.
Lo sportello sarà attivo presso la sede Sunia Cgil in Via Toledo 353 a Napoli e sarà operativo il martedì e il mercoledì dalle 15,30 alle 18,00. Sempre a settembre, partirà anche una campagna informativa in tutte le sedi universitarie della città.
Cgil, Sunia e Udu chiedono che l’Adisurc si adoperi con i soggetti privati, affinché siano praticate le migliori condizioni per gli studenti fuori sede, con l’offerta di abitazioni a prezzi calmierati, come previsto e dalla contrattualistica adeguata. Che vengano concordati canoni dalle condizioni univoche per le stanze messe a disposizione dai privati e che venga messa in campo una rete virtuosa e un circolo sano per eguagliare domanda ed offerta, al fine di coniugare istanze sia di studenti, sia di soggetti privati. Si chiede, inoltre, di convertire, laddove possibile, le aree residenziali ed utili a una residenzialità studentesca che siano ben collegate dal trasporto pubblico e di proporre progetti di edilizia studentesca che riescano finalmente nel lungo periodo a coprire tutto il fabbisogno di cui i nostri studenti hanno bisogno; di utilizzare, anche, i beni confiscati alla camorra riconvertendoli in case studenti e aree a loro dedicate.
In città – ricordano Cgil, Sunia e Udu – si assiste al proliferare di affitti brevi per turisti attraverso piattaforme digitali che sempre di più convertono residenze private che un tempo erano utilizzate per studenti e affitti a lungo termine.
Questa pratica, particolarmente redditizia, spesso si colloca in uno spazio grigio di legalità. In Campania è rilevante, inoltre, il problema legato ai contratti in nero per affittuari, studenti e non. Nel centro storico di Napoli, edifici e strutture sono ai limiti della vivibilità e della sicurezza. Va, inoltre, ricordato che per gli studenti fuori sede senza un regolare contratto, c’è l’impossibilità di poter usufruire di servizi, come il medico di base. Si registra infine – concludono – una sempre crescente richiesta da parte dei proprietari delle case di affittare esclusivamente a studentesse, discriminazione di genere che complica maggiormente la ricerca di un’abitazione”.

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