- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Roma – Delle ventisettemila pratiche di condono di Ischia ce ne risultano poco meno di mille per gli edifici danneggiati dal sisma che sono in numero minore, visto che si possono presentare fino a tre richieste per abitazione.
Spetta a Comuni e Soprintendenza esprimersi, ma a fronte di questa situazione ho rafforzato i principi di sicurezza, sostenibilità e consumo zero del suolo, chiedendo ai cittadini di allegare una relazione idrogeologica del sito ed eliminando il principio del silenzio-assenso”.

Lo dice Giovanni Legnini, commissario per la ricostruzione dopo il terremoto in Centro Italia e per quello di Ischia del 2017, in un colloquio con il Corriere della sera, spiegando di aver inviato un mese fa ai cittadini di Ischia una lettera per sollecitare la presentazione di progetti di ricostruzione post-sisma ecosostenibili e sismicamente e geologicamente sicuri.
Legnini spiega che proprio in queste ore, con la Regione, avrebbe dovuto decidere delle delocalizzazioni. Secondo il commissario, “è essenziale capire il motivo principale per cui i cittadini rischiano la vita. Quando la frana viene giù, se ci sono case su aree a rischio le travolge. Allora se un edificio insiste su quelle zone o su una faglia attiva è necessario dire dei No. E quegli edifici vanno ricostruiti in un’altra zona con la stessa cubatura legittima”. Delocalizzare tutta Casamicciola? “Se i cittadini rischiano la vita bisogna fare scelte dolorose”, dice Legnini.