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Seicento anni di storia sfregiati dall’incuria. La fontana della Maruzza è uno sversatoio di rifiuti, speciali e non. Occasionalmente, si presta pure ad orinatoio. “Ecco come vengono trattate le fontane storiche della nostra città” denuncia Antonio Pariante, presidente del Comitato Civico di S.Maria di Portosalvo. E non è certo la prima volta. Da anni il comitato è attivo nella tutela del patrimonio monumentale dell’omonima chiesa, situata in via Marina. Risalente al 1554, la fontana si trova nei giardinetti del sito religioso. Coeva alla chiesa, deve il nome alla scultura della lumaca, ossia la “maruzza”. Dalla statua, posta al centro, un tempo sgorgava l’acqua. Da lustri si susseguono le denunce sullo scempio. E anche quando si è intervenuti, poi tutto è tornato come prima.

“Il problema non è né nuovo né tantomeno unico – osserva Pariante -, perché a Napoli le fontane storiche non vivono granché bene, per quello che riguarda la manutenzione”. Il presidente del comitato ricorda che “indipendentemente dalla proprietà, i beni monumentali sono patrimonio pubblico”. E ciascuno per la sua competenza, evoca Comune di Napoli e Soprintendenza. L’amministrazione comunale, tra l’altro, ha stipulato un accordo con l’Abc. In forza dell’intesa, l’azienda speciale di gestione idrica si occupa di manutenzione delle fontane. Ma dall’Abc, tuttavia, informano che la Maruzza non rientra nel contratto.

“Il paradosso è che qualche anno fa il Comune fece un certo tipo di restauro – rievoca Pariante -, che però non ha avuto fortuna, perché di lì a poco è mancata l’acqua e la fontana è tornata nel degrado”. Perché, va pur sottolineato, “una fontana senz’acqua chiaramente diventa un’altra cosa, in questo caso un deposito di spazzatura”. Il restyling richiamato è del 2016, costò 27.000 euro. Il Comune di Napoli riqualificò la Maruzza col progetto Monumentando. A farsi carico delle spese, fu uno sponsor privato. “Bisogna assicurare decoro e dignità per i luoghi dell’arte e per i monumenti” insiste Pariante. Il presidente del comitato avverte di aver segnalato il caso “alla segreteria del sindaco”. Inoltre considera “veramente intollerabile che una città che appartiene alla lista Unesco per il suo patrimonio, debba ridursi in questa situazione”. Impossibile dargli torto.