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“Credo che in Italia ci sia molta meno libertà di quello che si professa, appena si toccano i nervi del potere – la Nato, le industrie di armi e la politica estera guerrafondaia – si viene attaccati dalla maggioranza della stampa, sembra quasi ci sia una regia dietro”. Jorit parla con l’ANSA il giorno dopo le polemiche la sua foto con Putin.
Le critiche ricevute, dice, non gli hanno fatto male, “non è una questione personale. Per me la lotta per la pace è più importante di me stesso”. E di Putin dice: “Me lo immaginavo molto più freddo, invece ha risposto con pazienza a decine e decine di domande di giovani da tutto il mondo”.

Fanno le stesse cose che dicono di voler combattere“. Jorit risponde così a chi, come Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo, ha proposto di inserirlo nella lista delle persone sottoposte a sanzione da parte dell’Unione europea.
Dite che le istituzioni non vogliono lavorare con me? Ma forse non è chiaro – dice all’ANSA – che sono io che non voglio lavorare con le istituzioni che non mi lasciano libertà (mai ci ho lavorato). Ma poi le istituzioni italiane? Ma ci rendiamo conto che l’Italia è un minuscolo Stato in decadenza in un mondo enorme?”.

Non sono io che devo dare giudizi su Putin, è il presidente della Federazione russa e bisogna dialogarci per raggiungere la pace”. Lo dice lo street artist Jorit all’ANSA. E a chi gli chiede cosa ne pensa di coloro che gli chiedono di dedicare un murales ad Anna Politkovskaja, risponde: “La malafede è evidente: mentre i dissidenti che fanno comodo alla ‘nostra’ narrazione vengono glorificati, nel nostro Occidente Assange marcisce in carcere e nessuno conosce Andrea Rocchelli e Gonzalo Lira”.
Io sono occidentale e devo smascherare il potere occidentale, fare l’attivista antirusso in Occidente è fin troppo facile, c’è la fila”, ha aggiunto.