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Si riduce l’arretrato dei processi penali (-10.38%) nel distretto della Corte d’Appello di Napoli. Calano i reati di ‘allarme sociale’ nelle province di Napoli (-2,90%) e Benevento (-0,21%), mentre aumentano in quelle di Caserta (+3,69%) e Avellino (+5,32%). E c’è una contrazione pure nelle denunce (175.319). I dati emergono dalla conferenza stampa di Eugenio Forgillo, presidente facente funzioni della Corte d’Appello, e del procuratore generale facente funzioni Antonio Gialanella (in videoconferenza), in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario, in programma domani. Forgillo denuncia ancora “gravi criticità” per “la carenza dei vuoti d’organico dei magistrati”, specialmente l’ufficio che presiede. La Corte d’appello “solo in questi giorni vede finalmente coperte 12 delle 22 scoperture segnalate nell’annualità precedente su 164 magistrati in organico”. Del resto, “ancora più grave” è la carenza di personale amministrativo”. In concreto sono “mediamente erose dalle vacanze per oltre il 30%”.

Indici di criminalità
“Le Forze dell’ordine – afferma Forgillo – segnalano come la camorra è profondamente radicata nel tessuto sociale del territorio ed è caratterizzata dalla presenza, da un lato, di clan ‘dominanti’, principalmente orientati al perseguimento di interessi illeciti ad elevata redditività economico-finanziaria (traffico internazionale di sostanze stupefacenti, illecito smaltimento di rifiuti, contraffazione, acquisizioni di attività di impresa e di pubblici appalti nei settori turistici, sanitari e dei combustibili) e dall’altro di un numero elevato di clan/gruppi minori (cosiddetti ‘satelliti’) che manifestano un’elevata propensione al conflitto, rendendosi così responsabili di quel noto ‘gangsterismo urbano’ profondamente allarmante la collettività, talvolta messa in pericolo da sparatorie in contesti altamente urbanizzati, con seri rischi in danno di incolpevoli passanti”. L’ultimo caso, in ordine di tempo, lo scorso 19 gennaio a Napoli. In corso Lucci si è consumato un agguato, con l’esplosione di 80 colpi d’arma da fuoco. Bilancio: feriti un giovane, obiettivo del raid, e una donna incolpevole. “Sebbene in calo gli omicidi nell’ambito partenopeo (-22,22% – paritetici nelle altre province) – sottolinea Forgillo -, non mancano di segnalare le Forze di Polizia di Napoli come sia ancora diffuso l’inqualificabile fenomeno delle c.d. stese tra bande contrapposte“.

Tra 2022 e 2023 diminuiscono, infatti, le stese in città (da 46 a 30). Ma aumentano nell’area metropolitana di Napoli (da 23 a 29). La “penetrazione della camorra nell’economia è diventata assolutamente potente, il mercato è inquinato dall’impresa camorrista” accusa Gialanella. Il pg parla di una “opacità del mercato, dove ognuno si sente in diritto di fare come meglio ritiene”. E cita, quale esempio, i “continui sequestri di opifici” per l’inquinamento del fiume Sarno.

Settore minorile
Come l’anno scorso, per i reati dei minori “vi è un sensibile incremento” (+17,10%). E per i baby criminali, “pur al di fuori della logica camorristica, sono sempre più frequenti risse, con accoltellamenti o ferimenti con armi da fuoco”. Violenze perpetrate “nei confronti di esponenti di aggregazioni giovanili di altri quartieri per futili motivi”. Quasi sempre avvengono durante la movida. Tra le zone a rischio, a Napoli, si indicano Chiaia, Vomero, Arenile di Bagnoli e i Decumani. Tra l’altro, spesso “si assiste anche ad una osmosi fra elementi giovani appartenenti a note famiglie camorristiche e bande comuni”.