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NAPOLI – La guerra in atto in Ucraina con il conseguente aumento dei costi delle materie prime fa sentire i suoi effetti anche a Napoli. Ad esempio, sul fronte dei rifiuti. Oggi, l’assessore all’ambiente Paolo Mancuso ha spiegato al consiglio comunale che i costi dell’impianto biodigestore che dovrà sorgere in via De Roberti a Ponticelli lieviteranno di quasi il 40%, passando da 30 a 42 milioni di euro.

La prima gara è andata deserta e ora, con l’aggiornamento della base d’asta, si tenterà l’aggiudicazione entro giugno per non vedere svanire i finanziamenti. Intanto, gli aumenti sono vertiginosi per tutte le voci. E all’assessore Mancuso è toccato spiegare che aumentano i prezzi persino dei collaudi “perché sono proporzionali al costo totale dell’opera”. Stessa cosa dicasi per la voce “imprevisti”.
 
Sotto l’aspetto tecnologico, invece, la sfida da vincere si chiama biofiltro. Da progetto, nessun impianto italiano ne ha uno così all’avanguardia, capace di garantire l’assenza di miasmi.
 
Per il resto, l’assessore ha precisato che in città ne dovranno sorgere tre di biodigestori, impianti che dovranno essere capaci di trattare le 90.000 tonnellate di umido che, con una differenziata all’altezza, produrrebbe la città.
 
All’opposizione che ha detto di avere altre idee su dove farli sorgere (“lontano dai centri abitati”), Mancuso ha risposto di essere ben disposto ad ascoltarla. Intanto, però, ha ripetuto che la differenziata in 4 anni dovrà aumentare fino al 60% dal 37% attuale. E, per la costruzione dell’impianto di Ponticelli, ha incassato anche il sostegno del Movimento 5 Stelle.
 
“E’ facile fare opposizione quando si deve decidere dove far sorgere un impianto – ha detto il capogruppo pentastellato Ciro BorrielloGovernare una città complessa come Napoli, però, non è una passeggiata e questo di Ponticelli è un impianto strategico. Noi come Movimento non siamo contenti del piano regionale dei rifiuti in cui ricade Napoli perché siamo contro l’utilizzo finale del termovalorizzatore. E proprio per questo deve sorgere l’impianto di Ponticelli: perché, entrando in funzione, andrà a ridurre la parte di immondizia che si brucia ad Acerra con le relative emissioni”.