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Da un lato le proteste di società sportive, associazioni e cittadini, per un impianto ancora chiuso. Dall’altro l’incertezza sull’immediato futuro dello stadio, su cui ancora aleggia la scia dei ricorsi. Il destino del Collana sembra una matassa inestricabile. Stando a fonti della Regione, nei prossimi giorni lo stadio del Vomero verrà riconsegnato dalla Giano. Da quel momento, potrà avviarsi la ristrutturazione, con 40 milioni di fondi annunciati. Ma l’ex concessionaria non molla la presa, preparandosi all’ennesima battaglia in tribunale. Stavolta sarà la Corte di Cassazione il teatro dell’udienza, la cui data deve essere fissata.

Il ricorso verte sulla sentenza del Consiglio di Stato, emessa lo scorso luglio. Quella pronuncia ha confermato la decadenza della Giano dalla concessione dell’impianto. Di fatto, ne ha sancito la restituzione alla Regione. Il rilascio, tuttavia, non è ancora avvenuto. I tempi di riconsegna sono legati alla smobilitazione dell’ex concessionaria. A quanto risulta, Giano deve trasportare le proprie attrezzature fuori dallo stadio. Il reclamo in Cassazione, tuttavia, non dovrebbe intralciare il trasloco. La società sta lasciando l’impianto, a prescindere dal contenzioso.

Ma intorno alla vicenda sale la tensione. Del Collana si parlerà in consiglio regionale, al question time dell’8 novembre. La consiglierà Maria Muscarà (gruppo misto) ha firmato un’interrogazione a risposta immediata. Al presidente della Regione si chiede lo “stato dell’arte” dell’impianto, e “quali azioni sono previste nel prossimo futuro e quali i tempi“.  L’atto riprende una precedenza interpellanza di luglio. All’epoca “in base a quanto affermato dall’Assessore Marchiello, in risposta al question time, a settembre u.s. – scrive Muscarà – sarebbero dovuti partire i lavori dell’impianto o, quanto meno, la concreta programmazione delle attività d’avviarsi da pare dell’Arus (Agenzia regionale Universiadi, ndr)“.  Viceversa, adesso viene “rilevato che lo stadio sembra ormai chiuso al pubblico e, dall’esterno, non sembra siano stati avviati alcun tipo di lavori“. Proprio sul restylng dello stadio, la consigliera esprime dubbi. Parla di “annunci senza progetti reali”, puntando il dito sul governatore De Luca, che il 31 luglio ha illustrato il piano. “Dopo una richiesta da parte della sottoscritta per l’accesso agli atti – spiega Muscarà -, mi è stato risposto che trattasi solo di un ‘Concept’, ossia di un cartone animato, in parole povere, un nulla di fatto“.

Due giorni fa, tra l’altro, nello stadio chiuso c’è stato un blitz dei Verdi. Esponendo uno striscione, ne hanno chiesto la riapertura. Oggi è la rete sociale No Box a invocare l’immediata riconsegna. La Regione viene sollecitata a “verificare se esistono le condizioni tecniche per poter aprire al pubblico la sola pista di atletica, pur in presenza del cantiere previsto per i lavori”. La soluzione, secondo i No Box, potrebbe attuarsi “senza prevedere l’uso degli spogliatoi”. La rete intende anche conoscere modalità dei lavori e cronoprogramma. Gli attivisti auspicano, inoltre, un colpo di acceleratore sulle procedure di utilizzo. “In assenza di assegnazione alle società sportive – affermano in una nota -, si potrebbe prevedere una iscrizione on line attraverso una sezione dedicata sul sito della Regione Campania“. Dopodichè “sarà sufficiente solo un controllo all’ingresso da parte di due dipendenti Arus o della Regione”. Un modo per rompere la lunga impasse sul Collana.