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Napoli – Il distanziamento sociale nei “bassi” napoletani è qualcosa di paradossale dispetto le disposizioni del Governo. Specialmente quando si vive nei quartieri popolari della città, dove in pochissimi metri quadrati tocca convivere con tutta la famiglia. Li dove lo Stato non arriva ci pensano, per fortuna, i volontari delle reti sociali napoletane che da giorni lavorano senza sosta nei quartieri definiti a “rischio” del capoluogo campano.

Gli stessi offrono così quotidianamente il loro servizio, rigorosamente di volontariato, alle persone meno ambienti, che mai come in questo periodo vivono momenti difficilissimi.

Come il caso di Anna, 29enne dei Quartieri Spagnoli, che divide la propria abitazione con i suoi familiari. In pochi metri quadrati convivono così ben 6 persone, con tutte le preoccupazioni del caso.

Anna, come racconta oggi l’Ansa, è una delle numerose persone aiutate costantemente in questi ultimi tempi dai volontari partenopei, tra cui spiccano i ragazzi del centro sociale “Sgarrupato” che da giorni, oltre a portare la spesa alle famiglie in difficolta, offrono anche un quotidiano aiuto psicologico.

La solidarietà non si è fermata neanche nella giornata di ieri, dove si celebrava la festa dei lavoratori. Anche per il primo maggio i volontari dello “Sgarrupato” hanno distribuito la spesa solidale a molte famiglie tra i Quartieri Spagnoli e Montesanto, accompagnati da cartelli e striscioni che rivendicavano l’estensione del reddito per tutti, la riduzione degli affitti e il blocco delle bollette in questi mesi di pandemia.

Per noi la solidarietà dal basso è una forma di resistenza comune – raccontano i volontari via social –  non di “carità”. E come noi la pensano tante e tanti altri, a Napoli e nelle altre città. In questi due mesi abbiamo incontrato e ascoltato centinaia di famiglie allo stremo, in condizioni anche più difficili di quelle che viviamo noi tutti, già precari e senza sicurezze”.

Non resteremo in silenzio” è lo slogan scelto davi volontari che ora rivendicano, fortemente, l’aiuto da parte di un Governo che deve essere più presente, specialmente nei quartieri popolari della città metropolitana.

Se come volontari della solidarietà “andiamo bene” – continuano i ragazzi dello Sgarrupato – quando invece siamo andati sotto i palazzi del governo, in maniera autoregolata e sicura, in piccoli numeri, per portare la voce di chi oggi non ha voce, per chiedere misure urgenti, siamo stati/e denunciati e multati!”.

Il messaggio di oggi – concludono i volontari –  è perciò anche questo, forte e chiaro: non ci ridurrete al silenzio mai!”.