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La Digos di Napoli traccia la mappa del tifo organizzato al ‘Maradona’

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Ecco la mappa tracciata dalla Digos della Questura di Napoli sull’attuale situazione al ‘Maradona’

CURVA A

MASTIFFS: Il gruppo è composto da circa 130/140 soggetti. La maggioranza di essi proviene dalla zona dei decumani (compresa Forcella), Piazza Garibaldi, Corso Garibaldi, Piazza Nazionale, Via Costantinopoli, Museo. Anche questo gruppo ha esposto sino all’adozione della nuova normativa relativa ai reati da stadio, lo striscione nella Curva A, anello superiore, posizione centrale, mentre il loro simbolo è l’omonimo cane. In trasferta il gruppo aggrega circa 80/90 persone. Non ha una sede fissa, anche se usualmente si aggrega nei pressi di Piazza Bellini. E’ tra i contesti ultras maggiormente rappresentativi del panorama locale, a cui fanno riferimento i restanti gruppi satellite. – Fidelizzati (cioè aderenti alla Fidelity Card/Tessera del tifoso)

VECCHI LIONS: Gruppo composto da circa 100 tifosi, soliti posizionarsi nell’anello superiore della Curva A, all’altezza dell’ultimo boccaporto centrale. Gli aderenti provengono da varie aree di Napoli e provincia, in particolare dalla Torretta, Via Riviera di Chiaia, Piazza Sannazzaro, Via Caravaggio, Posillipo e dai comuni di S.Giorgio a Cremano e Portici. Per le trasferte aggrega circa 25/30 persone. Si riunisce in P.zza Sannazzaro, attesa la mancanza di una propria sede. – Non Fidelizzati

RIONE SANITA’: Gruppo composto da circa 150 tifosi, che si colloca nell’anello superiore della Curva A tra i vomitori 18 e 19, balaustra centrale. Gli appartenenti provengono da varie zone di Napoli, ma soprattutto dal rione Sanità. Per le trasferte aggrega circa 100 persone. Non ha un luogo di abituale ritrovo – Fidelizzati

BRIGATA CAROLINA: Gruppo tra i più facinorosi ed intransigenti, è composto per la maggioranza da giovani provenienti dai Quartieri Spagnoli, dalla zona di Piazza Dante e da Materdei. Occupa l’anello superiore della curva A, zona centrale confinante con il settore ospiti. La consistenza numerica è quantificabile in 60/70 persone circa, di età compresa tra i 18 e 40 anni. Non ha una sede fissa. In trasferta il gruppo aggrega circa 30 persone. -Fidelizzati

MASSERIA: Gruppo ultras tra i più facinorosi ed intransigenti, è composto, per la maggioranza, da giovani provenienti dai quartieri di Secondigliano, Scampia e “Masseria” Cardone. Gruppo tra i più antichi del panorama ultras, occupa l’anello superiore della curva A, in zona centrale sulla balaustra leggermente spostato a sinistra. La consistenza numerica è quantificabile in 80/100 persone circa, di età compresa tra i 18 e 40 anni. Non ha una sede fissa. In trasferta il gruppo aggrega circa 40 persone. -Fidelizzati

RAGAZZI DI FUORIGROTTA: Gruppo ultras tra i più facinorosi ed intransigenti, è composto, per la maggioranza, da giovani provenienti dai quartieri di Fuorigrotta, Soccavo e Pianura. Occupa l’anello superiore della curva A, zona centrale – lato tribuna. La consistenza numerica è di 50/60 persone circa, di età compresa tra i 18 e 40 anni. Non ha una sede fissa. In trasferta il gruppo aggrega circa 20 persone. -Non Fidelizzati

SPIRITO LIBERO: Gruppo composto da circa 50 tifosi che si colloca nell’anello superiore della Curva A, balaustra centrale, alla destra del gruppo Mastiffs. Gli aderenti provengono da varie zone di Napoli, ma soprattutto dal centro cittadino. Per le trasferte aggrega circa 30/40 persone. Generalmente si radunano in piazza Bovio di fronte allo stabile della Camera del Commercio. -Fidelizzati

NUOVA GUARDIA: Gruppo composto da circa 60 tifosi che si colloca nell’anello superiore della Curva A, tra i vomitori 18 e 19, accanto al gruppo ultras denominato Rione Sanità. Gli appartenenti provengono da varie zone di Napoli, ma soprattutto dal rione Materdei. Per le trasferte aggrega circa 30 persone. Non ha una sede fissa anche se è solito radunarsi nei pressi di Piazza Canneto. -Fidelizzati

BARONE: Gruppo composto da circa 50 tifosi. Nato dalle ceneri del vecchio gruppo ultras denominato “Blue Lions”. Prende il nome da un suo capo storico, Eduardo Palomba detto “’0 Barone”, morto nel dicembre 2016. Il gruppo si colloca nell’anello superiore della Curva A, confinante con il settore ospiti. Gli appartenenti provengono da varie zone di Napoli. In trasferta il gruppo aggrega circa 20 persone. Allo stato non risulta un vero e proprio leader -Fidelizzati

CURVA B

FEDAYN: Gruppo composto da 100-120 persone circa, che si posizionano nel settore Curva B anello superiore, in prossimità della Tribuna Laterale Sett. B. In trasferta, nelle sfide internazionali, il gruppo aggrega circa 70 persone, che sono solite ritrovarsi nella zona di Piazza Ottocalli. Gli aderenti provengono da varie zone di Napoli, in particolare da Calata S.Marco, Piazza G.B. Vico, Vomero e dalla citata Piazza Ottocalli. I Fedayn, coerentemente con il loro “purismo” ultras (accanto al nome del gruppo si rileva sempre l’acronimo “E.A.M. 79” – estranei alla massa) non disdegnano l’attuazione di azioni violente, soprattutto nei confronti delle tifoserie rivali. – Non Fidelizzati

SECCO VIVE (ex “MASSERIA”): Sodalizio ultras composto, per la maggioranza, da giovani provenienti dalle zone di Secondigliano, Quarto, Casavatore, Casoria e Casalnuovo. Di bassa estrazione sociale, gli aderenti al sodalizio occupano l’anello superiore della curva B – lato distinti – e non hanno particolari rapporti di “frequentazione” con altri gruppi ultras del Napoli. La consistenza numerica è quantificabile in 80/100 persone, mentre in trasferta si aggregano circa 40/50 tifosi che sono soliti ritrovarsi al Corso Secondigliano (altezza del quadrivio di Arzano/Asse Mediano). Gli appartenenti si sono evidenziati negli ultimi anni come ultras tra i più facinorosi, rendendosi responsabili di reiterate violenze. Non hanno un sede fisica. – Non Fidelizzati

ULTRAS 72: Sodalizio ultras composto, per la maggioranza, da giovani provenienti dalle zone della provincia nord napoletana (Acerra — Afragola – Frattamaggiore) e dall’area cittadina che copre i quartieri di Capodimonte Materdei e Soccavo. Occupa l’anello superiore della curva B lato centrale ed ha rapporti di “frequentazione” con altri gruppi ultras partenopei. La consistenza numerica è quantificabile in 150/200 persone, mentre in trasferta si aggregano circa 100) tifosi. – Fidelizzati

AREA NORD: gli appartenenti a tale sodalizio non hanno una sede fissa e di norma si riuniscono nella zona periferica a nord di questo capoluogo. Nello stadio sono posizionati nell’area superiore della curva B, tra i boccaporti contraddistinti dai numeri 4 e 6. Il loro atteggiamento è violento verso le altre tifoserie; non avendo essi aderito alla tessera del tifoso, partecipano esclusivamente alle trasferte estere. -Non Fidelizzati.

SUD: Sodalizio ultras aperto al dialogo con le FF.OO., è composto, per la maggioranza, da giovani provenienti dalle zone di S. Giovanni-Barra, che nello stadio occupano l’anello superiore della curva B lato tribuna. La consistenza numerica è quantificabile in 50/60 persone circa, di età compresa tra i18 e 40 anni. Non hanno una sede fissa ma per le riunioni sono soliti incontrarsi nel predetto quartiere. In trasferta il gruppo aggrega circa 20 persone. – Non Fidelizzati

FOSSATO FLEGREO: Annovera circa 60/80 simpatizzanti, provenienti prevalentemente dalle zone del Rione Traiano e Soccavo. Si tratta di giovani tra i 18/30 anni, molti dei quali con precedenti penali. Espongono lo striscione identificativo nel settore curva B, anello superiore lato distinti. Non avendo una propria sede, si radunano nei pressi di quella degti ULTRAS 72, in Via Porcelli (zona Loggetta). In trasferta il gruppo aggrega circa 20/30 persone. – Non Fidelizzati

ULTERIORI GRUPPI ULTRAS

N.I.S.S: tra i più facinorosi ed intransigenti, non disposto assolutamente al dialogo con le FF.00, è composto per la maggior parte da giovani provenienti dal quartiere di Pianura. Nato dallo scioglimento del gruppo “Teste Matte”, il sodalizio è composto da 30 persone circa, di età compresa tra i 18 e 45 anni, che non frequentano lo stadio Diego Armando Maradona, tuttavia seguono la squadra nelle trasferte internazionali. Non ha una sede fisica. — Non Fidelizzati

L’indagine sugli ultras del Napoli: “Niente legami con camorra o politica, violenze per influenzare ADL”

 

Ultras arrestati, la rivendicazione social del raid. Ma scontro in chat: “Hai perso la testa, fai il bambino”

Some Ajax fans who have been attacked by Neapolitan ultras receive the first treatment from the medical staff on board the ambulance, Naples, Italy, 11 October 2022. A fight with kicks, punches and bottle shots took place a little while ago in via Medina, in the center of Naples, between local fans and those of Ajax, the two teams that will face tomorrow in the Champions League challenge. ANSA / CIRO FUSCO
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Nella retorica delle curve, la “mentalità ultrà” è un principio cardine, venato di intransigenza e ostilità per i gruppi nemici: ma a tutto c’è un limite. Se ne sarebbe accorto un tifoso del Napoli, accusato dell’aggressione ai tifosi olandesi dell’Ajax, in città per il match Champions. Nell’ordinanza cautelare del gip Federica Colucci – eseguita con 6 arresti oggi dalla Digos di Napoli, coordinata dalla Procura partenopea – sono allegate alcune intercettazioni.

Le conversazioni provengono dalla chat Masseria di Whatsapp, composta da appartenenti all’omonima frangia della Curva A. “Le chat riportate – si legge nel provvedimento – convergono nel dimostrare che l’azione organizzata dagli indicati componenti della chat “Masseria” sia culminata proprio nell’ aggressione al tifoso olandese”. Siamo all’1.47 dell’11 ottobre scorso, un’ora e 15 minuti dopo il raid nel centro storico, dove l’olandese viene “aggredito, picchiato accoltellato”. Uno dei tifosi indagati – per il quale il gip ha respinto richiesta di misura cautelare – rimprovera Gennaro Grosso, 44enne portato stamane in carcere (difeso come gli altri indagati dai penalisti Emilio Coppola e Ylenia Maiuri). Questo perché – secondo gli inquirenti – Grosso “nel frattempo, ha pubblicato sul suo profilo Facebook “Cat Micio Jhonson” un post in cui è scritto “Napoli-Ajax 2-0” inserendo, altresì, espressioni di dura critica rivolte a quegli ultrà napoletani che, diversamente da lui, quella notte non hanno partecipato alle azione violente portate in strada contro i tifosi dell’Ajax”.

Per gli investigatori “il riferimento “Napoli-Ajax 2 — 0” è chiaramente da riferire esclusivamente alle spedizioni punitive da loro portate a termine posto che la partita non si era ancora giocata e che, a quel momento, come evidenziato dalla polizia giudiziaria, i tifosi olandesi feriti in città erano due laddove nessun tifoso napoletano era stato né ferito né aggredito. Nel “redarguire il Grosso”, l’interlocutore scrive “secondo me tu e Perz a CAP” (hai perso la testa, ndr) “Fai delle cose da bambini””. Annota la Digos: “Alle 6.14 Grosso tranquillizza il gruppo, ha rimosso il post “Napoli-Ajax 2 – 0” ma non anche il messaggio di critica agli ultrà rimasti a casa, e scrive “Buon di…e sveglia Napoli….il post è cancellato ma resta il messaggio di non stare a guardare da casa scrivendo ma di scendere e facendo”.

Secondo la ricostruzione, sarebbe chiaro “il senso del rimprovero (…), con quelle sue pubbliche esternazioni Grosso espone l’intero gruppo”. Ma non finisce qui. La mattina successiva, lo stesso ultrà torna a criticare l’autore dei post. “Grosso – sottolinea l’ordinanza – gli risponde che il suo voleva essere un segnale per qualcuno che “dorme”, uno sprone a scendere dalle “poltrone””.

Tuttavia, a sostegno della strigliata, interverrebbe Carmine Della Cerra (40enne anch’egli condotto in cella, ndr). A Grosso “ricorda che, in passato, per una cosa simile, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari per tre anni e mezzo”. Il primo tifoso a rimproverare replica “con un vocale nel quale ribadisce a Grosso Gennaro di evitare e di lasciar perdere quelli che non partecipano alle azioni ma stanno a casa a guardare”. Al dialogo partecipa un terzo ultrà, non indagato, “che afferma, riferendosi a Grosso Gennaro, che non c’è bisogno di dirlo, che tutti riconoscono il suo valore come Ultras”. A quel punto Grosso “li rassicura nuovamente dicendo di aver rimosso il post Facebook già nella stessa notte“. La disputa sembra chiusa così.

Emanuele Filiberto: “La querela dell’hotel? Ho solo raccontato i fatti”

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“Apprendo dai giornali che la struttura alberghiera nella quale ha soggiornato la mia squadra, il Real Agro Aversa, e della quale mai ho fatto il nome, mi ha querelato e ancora mi chiedo su quali basi lo abbia fatto. Ribadisco che la mia squadra ha alloggiato lì dal giovedì fino alla domenica, ed alcuni calciatori hanno cominciato a sentirsi male dal sabato sera”. Così in una nota Emanuele Filiberto di Savoia.
“So anche – prosegue il principeche durante il viaggio in 14 hanno dovuto ricorrere alle cure in ospedale: ci sono i certificati che attestano l’intossicazione alimentare. L’hotel con estrema premura ci tiene a precisare che gli esiti dei controlli, che dice di aver avuto, sono negativi ed a noi poco interessa se questi siano stati fatti successivamente alla nostra partenza. C’è una denuncia penale che dovrà accertare cosa sia successo durante il nostro soggiorno”.

“Facessero tutte le querele che vogliono – osserva – io mi sono limitato a raccontare i fatti senza infangare niente e nessuno, ma ho semplicemente riportato l’accaduto. Confido nella magistratura di Ragusa che sicuramente provvederà al più presto a fornirci risposte certe su quello che è accaduto tra giovedì notte e la domenica, e tutto quanto accaduto all’interno di quella struttura successivamente alla denuncia post gara, ripeto che per me conta poco”.

Omicidio di Giovanni Guarino, sconto di pena in Appello per i due condannati

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Sconto di pena in Corte d’Appello per i due ragazzi accusati dell’omicidio di Giovanni Guarino, il giovane di nemmeno 19 anni ucciso a coltellate la sera della domenica della Palme dello scorso anno all’esterno di un luna park nel quartiere Leopardi di Torre del Greco. Lo si apprende dalla difesa dei sedicenni già condannati in primo grado, guidata dall’avvocato Mauro Porcelli.

I giudici partenopei, dopo oltre tre ore di Camera di Consiglio, hanno riformato la sentenza impugnata, riducendo la condanna di due anni e otto mesi di reclusione, applicando una pena complessiva per l’omicidio e per gli altri reati contestati di dodici anni di reclusione. Il Pg aveva invece chiesto la conferma della sentenza. Nel corso del dibattimento proprio la difesa dei due imputati ha insistito invece per l’accoglimento dei motivi di appello e, in particolare, per l’assoluzione piena di entrambi gli imputati.

L’avvocato Porcelli ha in particolare ‘‘evidenziato – come ricorda lui stesso – ripercorrendo il lungo e complesso atto di appello presentato, – tutte le incongruenze e le contraddizioni emerse e la piena assenza di elementi a sostegno del giudizio di condanna dei minori. Entrambi i ragazzi, inoltre, hanno nuovamente professato la loro innocenza, ribadendo a gran voce di aver subito una ingiusta condanna”.

“Questo risultato – aggiunge il legaleè la conferma di quanto la difesa dei minorenni ha da sempre sostenuto: questo procedimento non ha un esito sereno, perché non vi è la prova certa della responsabilità dei due ragazzi. I dubbi sull’effettivo svolgimento dei fatti sono troppi e insuperabili e le dichiarazioni dei soggetti presenti (molti dei quali ascoltati con le indagini difensive) non chiariscono la dinamica di quanto accaduto. Proprio per tali ragioni sia il gip, in primo grado, sia la Corte di Appello, hanno manifestato nei rispettivi provvedimenti tutta la difficoltà di addivenire ad un limpido giudizio di condanna”. ”La difesa dei minori – conclude l’avvocato Mauro Porcelliattende con impazienza il deposito della sentenza di appello avverso la quale sarà sicuramente proposto ricorso per Cassazione, dal momento che l’obiettivo finale da raggiungere è la piena dichiarazione di innocenza dei due minorenni e la loro piena assoluzione”.

L’indagine sugli ultras del Napoli: “Niente legami con camorra o politica, violenze per influenzare ADL”

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Nessun legame evidente con la criminalità organizzata, e neppure con la politica, ad onta dell’infiltrazione ideologica delle curve italiane, specie da destra, in atto dagli anni 90′. Un’analisi dettagliata del tifo napoletano emerge dall’ordinanza cautelare, firmata dal gip Federica Colucci del Tribunale di Napoli, sfociata oggi nell’arresto di sei ultras (due in carcere e sei ai domiciliari). Il provvedimento – eseguito dalla Digos di Napoli guidata dal primo dirigente Antonio Bocelli, coordinata dal Pm Francesco De Falco e dal Procuratore aggiunto Sergio Amato della procura partenopea – riguarda le aggressioni subite dai tifosi olandesi dell‘Ajax l’11 ottobre scorso, alla vigilia del match di Champions.

Nell’ordinanza però è riportato il lavoro svolto, negli ultimi anni, dalla Squadra Tifoserie della Digos di Napoli, istituita nel 2000, con “precisi compiti di raccolta informazioni, osservazione del fenomeno del tifo organizzato, raccordo e coordinamento delle attività degli organismi territoriali”. Le informative sottolineano che “si contraddistinguono da tempo gli ‘ultras’ partenopei, additati ormai come tra i più pericolosi gruppi organizzati nel panorama nazionale ed internazionale, fortemente inclini alla violenza e agli scontri di piazza”.

La tifoseria ultrà risulta “suddivisa in due principali gruppi: quelli che si caratterizzano per la sostanziale correttezza di comportamento, perlopiù sedenti nei settori Distinti/Tribuna ed i gruppi ultras, sedenti in Curva A e in Curva B, predisposti alle turbative di piazza, alle aggressioni verso le altre tifoserie e le FF.OO”. Sono 9 i gruppi in Curva A e 6 in Curva B. Solo per alcuni la partita “rappresenta esclusivamente l’occasione per porre in essere, in modo sistematico, aggressioni programmate e pianificate contro le tifoserie avversarie” e le forze dell’ordine. E se, di base, c’è un’assoluta “intransigenza nei confronti della normativa” sulla tessera del tifoso, alcuni gruppi della Curva A “hanno, invece, aderito alla fidelizzazione con la società, partecipando di fatto alle trasferte in campo nazionale”.

Viceversa, “tutta la tifoseria ultras partenopea, ancora oggi, non è interessata significativamente al fenomeno della ‘politicizzazione’ del tifo, sebbene si registri la presenza nelle curve di singoli militanti di movimenti politici di destra e di sinistra”. Peraltro, ogni gruppo “ha una sua collocazione geografica ben definita nell’ambito del territorio metropolitano”. In diversi casi, i “quartieri da cui prendono le mosse i suddetti sodalizi organizzati sono aree, talvolta di periferia, denotate da un elevato degrado sociale e da una densità criminale di notevole spessore, per cui può accadere che qualche esponente della tifoseria partenopea abbia collegamenti con clan metropolitani”.

Tuttavia, “attualmente, seppure qualche tifoso napoletano può essere collegato alla malavita locale, non ci sono riscontri tali da poter affermare che le dinamiche criminali cittadine si ripetano o ripercuotano nello stadio Diego Armando Maradona”. La conclusione degli investigatori: “Non ci sono dubbi, oramai, che il preciso scopo delle iniziative violente poste in essere dagli ultras è quello di generare turbative per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nonché di esercitare pressioni nei confronti della Società Sportiva Calcio Napoli e della sua dirigenza, minacciando il compimento di illeciti all’interno ed all’esterno dello Stadio con il solo fine di incidere sulle politiche decisionali della Società”.

La Digos di Napoli traccia la mappa del tifo organizzato al ‘Maradona’

Carli: “L’allenatore il primo passo, l’obiettivo è far tornare la gente allo stadio”

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E’ il giorno di Marcello Carli. Dopo l’annuncio e l’arrivo in città, il neo direttore tecnico del Benevento è stato presentato in conferenza stampa. Toccherà al dirigente di Colle Val d’Elsa progettare la ripartenza della Strega, mestamente retrocessa in serie C da ultima in classifica. 

Inizio – Sono strafelice. Il presidente è stato buonissimo, mi ha chiamato in un momento difficile per lui ma anche per me, perché vengo da un’esperienza negativa, durante la quale ho commesso errori che mi tengo per me. Col presidente ci siamo parlati in modo schietto e sincero, ci siamo dati la mano con il presidente e ora sono qui. Dentro ho tanto di positivo da tirare fuori. Al presidente ho detto che sarei venuto solo se avesse avuto entusiasmo, quando ho capito che era carico ho accettato. 

Allenatore – Ho un difetto, non riesco a dire bugie. Abbiamo parlato delle caratteristiche con il presidente ma non abbiamo approfondito. In testa ho un nome, ho le mie idee e vorrei tornare a fare quello che ho dentro. La mia idea è prendere chi voglia fare qualcosa di straordinario a Benevento, proprio come è stato per me. Sono venuto perché ho visto entusiasmo e voglia di fare, per me giocare in A o in C cambia poco. Sono felice di fare questo lavoro. Se c’è e ci piace, vorremmo prendere un tecnico giovane. Ma deve esserci. Da qui al 29 agosto un allenatore lo troveremo. Il problema dell’allenatore non deve esserci per il Benevento, ce ne sono tanti che vorrebbero venire.

Giocatori – Ho ascoltato i ragazzi, non ci ho parlato. Determinante sarà la scelta dell’allenatore perché è una figura che va coinvolta. Qualche giocatore lo vogliamo cambiare, poi ci sono i contratti. Qualche idee ce l’abbiamo, su quattro, cinque nomi siamo abbastanza convinti di doverli cambiare, su altri vedremo. L’idea di fondo, però, è di cambiare il più possibile.

Richieste – Parlare di programmi diventa difficile. Ho sempre trovato certi discorsi sterili. Siamo il Benevento, un club che negli anni ha fatto qualcosa di straordinario. Adesso bisogna ricominciare, ripartire. Nessuno vuole perdere, dobbiamo essere bravi a dare un’identità forte a questo club. Abbiamo fatto un programma di tre anni con il presidente perché credo in queste cose, vogliamo gente rinfrescata e pronta per fare un grande campionato. Credo che è quello di cui abbia bisogno la gente, di emozioni. Dobbiamo far ritornare i tifosi allo stadio e falli andare via divertiti, se falliamo in questo abbiamo sbagliato.

Serie C – Non conoscevo neanche la B la prima volta, poi se vogliamo ho fatto più danni in serie A al mio quinto anno. Se devo rimproverarmi qualcosa è quella stagione. La C non la vedo da tempo, non la conosco ma non ho paura. So che andremo in campi belli e difficili, non vedo l’ora di andarci. Ho veramente voglia di iniziare a programmare. La categoria non era un problema quando il presidente mi ha chiamato, dovevo solo trovare la chiave per arrivare.

Problematiche – Sapevo che c’erano delle problematiche, sono tante. Il problema più grosso è trovare la persona giusta che ci conduca a non sbagliare. Lo step principale è non sbagliare il nostro condottiero, mettendolo nelle condizioni di fare il meglio possibile. 

Agostinelli – Siamo stati a cena, gli ho comunicato la decisione della società. Abbiamo apprezzato il lavoro, probabilmente potrebbe rimanere con un altro ruolo, impegnandolo nello scouting perché è una persona di livello.

Giovani – Maccarone e Tavano hanno giocato fino a 40 anni e ad Empoli sono stati trascinatori. Non c’è differenza tra giovani e vecchi, ci sono giocatori di morale, ancora più funzionali in certi contesti. Chi rimane, deve rimanere perché è felice a Benevento. Vogliamo mettere più ragazzi possibili nostri, che sono in prestito o nel settore giovanile. Da più soddisfazione fare giocare un giovane, però poi bisogna saperlo aspettare. Io, comunque, sono per i giocatori bravi.

Staff – La prossima settimana arriverà un mio collaboratore, non voglio fare il nome adesso. Mi darà una mano nelle operazioni di scouting.

Scelte – Io avrò fatto bene se sarò riuscito a ridare un’anima a questa squadra, perché risultati straordinari sono stati già raggiunti. Ho tutto per poter fare bene, ma se non riporterò un’anima vorrà dire che avrò fallito. Io credo che la gente è più facile emozionarla se attacchi rispetto a se aspetti. L’idea è avere una squadra garibaldina che vada a pressare, vedremo come metterla in pratica.

Manfredini – E’ un ragazzo a cui, per qualità tecniche e morali, proporremo di rimanere a Benevento. Sono queste le figure che ricerchiamo. Non abbiamo ancora fatto una trattativa ma ci farebbe piacere se decidesse di rimanere.

Foggia – L’ho chiamato per correttezza, perché abbiamo un legame, un’amicizia.

Contratto – Il presidente è stato gentile, mi ha saputo prendere e mi ha trasmesso emozioni. Quando ci siamo visti gli ho detto: “In C mi da questo, se sarò bravo e andremo in B mi darà questo”. Io ho firmato mentalmente un mese fa, quando tutti i direttori sportivi si muovono. Cercavo un posto dove poter essere me stesso, divertirmi, perché qui è possibile ritrovare un’emozione. C’è voglia di fare, in un paio di anni si può cercare di risalire, ma l’obiettivo primario non deve essere quello, deve essere ritrovare emozioni perché senza di quelle non si va da nessuna parte.

Vigorito: “Avevo pensato a Carli già da qualche anno, ricominciamo con spirito nuovo”

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E’ toccato al presidente Oreste Vigorito fare gli onori di casa a Marcello Carli. Il numero uno del Benevento ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione del nuovo direttore tecnico, rilasciando alcune dichiarazioni.

Presentazione – Carli è stato scelto e lo ringrazio per aver dato la sua disponibilità. Siamo tornati a parlare la nostra lingua che sarà utilizzata per tutto l’anno. Mi auguro che il direttore possa avere il massimo della collaborazione, ricominciando daccapo ma con uno spirito nuovo. Mi auguro che tutti facciano un esame dei propri errori, dando una mano a questa società e a questo direttore che mi auguro faccia un percorso bello.

Scelta – Carli è un’idea che girava da un paio di anni. In passato ho sentito una delle interviste più belle da parte di un uomo di calcio ed ero sempre stato curioso di conoscerlo. Avevo questa idea nella testa, pensavo di realizzarla da qualche anno ma sono un po’ lento nel metterle in atto. Dissi che saremmo dovuti tornare a essere una sana squadra provinciale, lo abbiamo dimenticato probabilmente nel nostro giorno più bello, quello della vittoria con la Juventus. Probabilmente quel giorno è iniziata la nostra discesa. Io amo il calcio di serie C perché è fatto di persone che hanno ancora il sogno di voler fare qualcosa. Sono uno dei responsabili di certe scelte, negli ultimi tempi, dall’anno dei record, ho smesso di fare il presidente come avrei dovuto, affascinato dal raggiungimento dei risultati. Carli è un uomo che ama il suo lavoro, se lui è fortunato ad essere pagato per fare quello che ama, io amo pagare per avere del calore umano. Vedo una persona che nella sua carriera ha sempre visto il futuro, spero che questo ci serva per essere più pazienti. Ho trovato un uomo che mi ha fatto ritrovare il sorriso. 

Direttore tecnico – Era una necessità che avanzo da 17 anni, mettere insieme un direttore della prima e della seconda squadra. Tutti quelli che sono venuti mi hanno sempre detto di essere impegnati con la prima squadra per andare a vedere il settore giovanile. Lui mi ha dato la sua disponibilità e abbiamo optato per questa figura. 

Allenatore – Il prima possibile dovremo scegliere un allenatore, la collegialità con la quale sta parlando il direttore credo sia una garanzia. Carli avrebbe dovuto iniziare il 1° luglio, invece è già qui a lavorare perché ha detto che ci sono cose da sistemare. La squadra la costruirà il direttore insieme all’allenatore, parlandone anche con il presidente.

Settore giovanile – Diego Palermo rimane presidente, hanno fatto già tre riunioni con il direttore Carli. Ci deve essere qualcosa che non funziona nonostante gli ottimi risultati di quest’anno, perché sono sedici anni che investiamo nel settore giovanile ma quando usciamo dai gironi puntualmente usciamo.

Strategia – Le proprietà straniere che stanno investendo in Italia dovrebbero far riflettere, perché il calcio non è investimento. Il calcio ha un aspetto sociale, significa entrare nella comunità che ti ospita, interpretandone l’anima, il modo di vivere. L’auspicio è ritrovarsi tra qualche anno con uno zoccolo duro che rappresenti l’anima. Hanno trasformato il calcio in uno spettacolo e io non faccio spettacolo, per me il calcio è comunità, solidarietà, partecipazione, è togliere qualche ragazzo dalla strada. C’è la volontà di fare una riforma nel calcio, ne conosco solo i contorni, ma di certo se non si cambiano le regole la competizione non ci sarà mai, perché ci sono interessi diversi. L’arrivo di dirigenti che rappresentano proprietà di cui non si sa nulla è, come lo definisco io, “rompere il filo dell’anima”.

Errori – Ho trascurato la squadra perché ho un carico di lavoro enorme. Non essere riuscito a trovare questo tempo è stato un errore mio. Per il resto non mi sono perso nulla, ma non ho capito che avevo stavo mollando un po’. L’importante però è averlo capito. Per questo ho chiesto a tutti di starci vicino, per colmare le mie assenze.

Triennale – E’ solo più oneroso, perché se viene esonerato lo pago per tre anni. E’ solo la dimostrazione della fiducia che ho in lui. A mio avviso, quello che prenderà in tre anni avrebbe potuto guadagnarlo in un anno perché è bravo. Ho fatto un contratto di tre anni non per quello che ha fatto prima, ma perché sono sicuro che Carli darà molto a questa squadra. Questo è un uomo che ama il calcio, altrimenti in sarebbe venuto in serie C, nonostante le chiamate avute. Non c’è un progetto, c’è un disegno, la speranza di trovare le persone giuste, la voglia di ritrovarci dopo essere passati in mezzo alla tempesta.

Il bilancio di un’ora di “inferno”: a Celzi tornano i gommoni, ora la paura si chiama frane

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Non solo l’uomo che ha perso la vita rimasto schiacciato dalla sua autovettura rimasta intrappolata dal fango, tra Contrada, Celzi di Forino e Montoro si è vissuto un pomeriggio di ordinaria paura per le conseguenze di un breve ma violento nubifragio.

A fare il bilancio il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, intervenuto con il nucleo soccorso acquatico a Celsi di Forino dove, come sempre, si registrano le maggiori criticità per le piogge a carattere torrenziali.

La centrale è stata presa d’assalto da richieste di aiuto e le operazioni sono state coordinate in prima persona dal Comandante Mario Bellizzi.

Ed ora si contano i danni provocati dalla violenta bomba d’acqua che ha fatto cadere già dalla montagna veri e propri fiumi di detriti, fango e acqua.

 Le strade dei tre comuni in pochi minuti sono diventate veri e propri fiumi, creando panico tra i residenti delle zone colpite. Una violenta grandinata ha colpito il territorio di Contrada.
L’acqua, alta oltre un metro, ha completamento allagato campi e colture, trascinando con sé muretti di recinzione e anche alberi. Gli uomini e le donne della Protezione Civile e dei vigili del fuoco, intervenuti con mezzi anfibi, hanno effettuato quasi cento interventi.
    I soccorsi hanno riguardato anche quattro bambini rimasti bloccati all’interno dell’asilo di Celzi i cui genitori non hanno potuto raggiungerli a causa della strada completamente ostruita da acqua e fango.
    Vigili del fuoco e Protezione Civile continueranno a monitorare la zona anche nelle prossime ore in ordine la pericolo frane.

La Procura Figc apre un’inchiesta sulla gaffe di Leverbe: ipotesi di illecito sportivo

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Mentre il Benevento sta svelando i suoi piani per la nuova stagione, arriva una notizia che potrebbe scatenare un nuovo terremoto. Il Procuratore Figc, Giuseppe Chiné, ha infatti aperto un’inchiesta sulle modalità di realizzazione del gol del 3-2 del Perugia contro il Benevento, nell’ultima giornata di campionato. La rete, irrilevante ai fini del discorso salvezza, fu segnata da Kouan al 94′ dopo uno svarione di Leverbe che ha fatto in poche ore il giro del web scatenando ira, ironia e sarcasmo a seconda dei punti di vista dei vari appassionati di calcio. L’ipotesi paventata è quella di illecito sportivo. Il video è già stato acquisito dalla Procura, nei prossimi giorni saranno ascoltati i tesserati coinvolti. 

L’errore di Leverbe scatena il web: “Un gol da ufficio inchieste” (FOTO)

I 150 anni del Museo del Sannio: a Benevento e provincia censite mille epigrafi romane

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“Nel Sannio sono state censite circa mille epigrafi risalenti all’epoca romana, di cui circa trecento nella sola città di Benevento”.

E’ quanto emerso a margine dell’incontro, promosso da Sannio Europa (Società in house providing della Provincia di Benevento che gestisce e promuove la Rete museale nel capoluogo sannita) con Heikki Solin, professore emerito di Letteratura Latina all’Università di Helsinki, uno dei massimi esperti epigrafisti viventi al mondo, che ha inaugurato a Benevento il ciclo di conferenze nell’ambito del progetto “Per i 150 anni del Museo del Sannio (1873-2023): una nuova immagine per un nuovo centro di cultura”, curato dal professor Marcello Rotili, coordinatore scientifico del Museo del Sannio.

“Un ricco patrimonio storico culturale – ha detto il dottor Nino Lombardi, Presidente della Provincia di Benevento, aprendo i lavori – che andrebbe valorizzato magari istituendo un registro ufficiale delle epigrafi, come mi viene sollecitato dagli studiosi”. E sulla valorizzazione della rete museale di Benevento il presidente Lombardi ha aggiunto: “È in programma  di candidare la  sezione egizia a Museo Egizio, ospitandolo negli spazi dArcos

I reperti egizi in dotazione, alcuni dei quali sono pezzi unici al mondo, richiedono una valorizzazione adeguata. Ci stiamo attivando in questo senso, anche con il supporto del professore Marcello Rotili”.

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