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Sidigas, chiuse le indagini e chiesto il processo per Gianandrea De Cesare

De Cesare
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Avellino – Autoriciclaggioomesso versamento dell’iva e false comunicazioni sociali compiute su Avellino. Sono queste le accuse contestate a Gianandrea De Cesare e per Bruno Del Vecchio, difesi difesi dagli avvocati Claudio Mauriello e Massimiliano Moscariello. Chiuse le indagini e chiesto il processo per l’ex patron di calcio e basket ad Avellino.

Il prossimo 29 maggio entrambi dovranno comparire davanti al GIP del tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone per l’udienza preliminare che dovrà stabilire se proscioglierli o rinviarli a giudizio. Nella giornata di giovedì è arrivato il diniego al dissequestro dissequestro delle quote della Sidigas SPA. I legali puntavano a riottenere la guida del gruppo societario per risanarlo dai debiti, magari avanzando una richiesta di finanziamento.

SoS dei medici ‘gettonisti’: “Stop al numero chiuso a Medicina”

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Napoli – SoS dai medici ‘gettonisti’ italiani: basta con il numero chiuso per accedere alle Facoltà di Medicina, servono energie nuove per coprire gli organici negli ospedali e nelle Asl, occorre agire subito. E’ l’appello alle istituzioni lanciato a Sorrento (Napoli), a margine di una serie di corsi di aggiornamento in pediatria, da un paio di centinaia di medici che svolgono la loro professione anche supportando le Asl per le loro carenze di personale nei reparti ospedalieri.
La concomitanza con le prove di accesso alla Facoltà mediche rende particolarmente d’attualità la situazione dei circa mille medici consulenti esterni – appellati “gettonisti”, molti alle soglie della pensione – chiamati dai direttori generali delle Asl di tutt’Italia, per venire incontro a situazioni di carenza del personale, in particolare nei turni più disagevoli. Ciò avviene in tanti reparti e per ogni specializzazione, è stato sottolineato; i “buchi” riguardano almeno 500 ospedali, anche i più grandi, al Nord come al Sud. Sono in molti a viaggiare su e giù per il Paese, per sopperire a tali situazioni che, incancrenendosi, provocherebbero la chiusura di interi reparti e persino di ospedali. “Sono da vent’anni ‘gettonista’, come ci chiamano coloro che con miopia glissano sul nostro ruolo di ‘stampella’ in tante situazioni critiche nei reparti ospedalieri – afferma Fabrizio Comaita, pediatra di Domodossola – e quella che doveva essere una situazione transitoria, in attesa di un ‘piano di turn over’ con i nuovi specializzati, formati dalle Università, si è scontrata con gli effetti deleteri del numero chiuso a Medicina. Intanto, siamo ‘screditati’, pur essendo medici esperti e comunque depositari di anni e anni di professione”.
Dopo 40 anni da pediatra di famiglia – afferma Roberto Sassi, medico attivo in provincia di Napoli – sono stato sollecitato a coprire turni rimasti scoperti in due ospedali molto importanti, in Piemonte, il Maria Vittoria di Torino e in Veneto, all’Ospedale di San Donà di Piave. Mi è capitato di viaggiare all’epoca del Covid su e giù per l’Italia, da solo in treno, onde assicurare la continuità dell’assistenza sanitaria in questi ospedali. Fra alcuni anni andrò in pensione e, se non si risolverà questo blocco a monte, con la formazione di nuovi medici, prevedo che la sanità subirà un blocco fatale”. “La situazione della sanità calabrese è nota a livello nazionale – afferma la dottoressa Maria Grazia Sapia, di Rossano Calabro – e non avevo mai accettato di lavorare in Pediatria, con turni massacranti. Sono stata messa di fronte al caso di coscienza di andare a coprire i turni nell’unico reparto di Pediatria nell’ospedale di Corigliano Rossano, che copre il fabbisogno di un’area molto vasta e periferica, rimasto sguarnito nel suo organigramma. Il punto nascita, che registra circa 700 parti l’anno, collegato ovviamente alla presenza della Pediatria, avrebbe corso il rischio di essere chiuso”.

 

“Destinazione Irpinia” approda al Salone Open Outdoor Experience

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Taglio del nastro della prima edizione del Salone “Open Outdoor Experience” di Paestum. Alla fiera del turismo esperienziale e delle attività all’aperto in programma a Capaccio-Paestum fino a domenica 16 aprile, anche la Dmo “Destinazione Irpinia”, asse portante del progetto di sviluppo costruito da Provincia di Avellino e Fondazione “Sistema Irpinia” in collaborazione con Rete Destinazione Sud.

Al Centro Espositivo Next – ex Tabacchificio Cafasso, istituzioni, amministratori e stakeholder hanno animato gli incontri in programma ed assistito alla presentazione delle “destinazioni”, i pacchetti turistici irpini. Grande interesse ha suscitato il percorso  “La via Appia” che attravera i comuni di Bonito, Mirabella Eclano, Frigento, Gesualdo, Sturno, Rocca San Felice, Guardia dei Lombardi, Bisaccia, Lacedonia e che coinvolgerà le aziende del territorio.

Sold out alla Masterclass “Fiano di Avellino”, appuntamento organizzato dal Consorzio Tutela dei Vini Irpini, rappresentato da Claudio De Lucia, per festeggiare i 20 anni del Fiano di Avellino e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Giuseppe Festa, docente del corso in Wine Business dell’Università di Salerno.

Il successo di Paestum rafforza la visione lungimirante dell’ente di Palazzo Caracciolo. “La Provincia di Avellino accompagnerà questo tipo di attività. Siamo convinti che il turismo sia uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo del territorio” afferma il vice presidente, Girolamo Giaquinto, presente all’apertura del Salone delle attività outdoor, che ha ribadito il ruolo fondamentale di Fondazione Sistema Irpinia: “L’Irpinia deve suscitare interesse con i suoi paesaggi, luoghi d’interesse, enogastronomia. Alla Fondazione il compito di riuscire a fare sistema e occuparsi della promozione del territorio superando divisioni e campanilismi”. Percorso in cui crede fortemente il presidente della Fondazione, Sabino Basso: “Abbiamo tutto ciò che serve per far vivere un’esperienza turistica unica a chi viene a visitare l’Irpinia. Ci siamo posti l’obiettivo di vendere il marchio Irpinia fuori dai confini regionali, anche oltre quelli nazionali, e portare stabilmente turisti nella nostra provincia”. Filo conduttore, ovviamente, l’enogastronomia attorno alla quale costruire un progetto di turismo lento. “Non dimentichiamoci dell’acqua, siamo il primo bacino idrico del Mediterraneo; i percorsi religiosi, il trekking, il bike touring. Come Fondazione – chiosa Basso- abbiamo il compito di mettere insieme tutte queste peculiarità e farle diventare un unico elemento attrattivo”.

Il programma del 15 e 16 Aprile.

Sabato 15 aprile

Ore 12.00: Wine Tour Experience presentazione territori, aziende e pacchetti turistici collegati.

 

Ore 13.00: degustazione prodotti Irpini d’eccellenza, tra vini, salumi e formaggi

Ore 14.00: Master Class Taurasi. Festeggiamo insieme i 30 anni del Taurasi DOCG con le Cantine Case D’Alto, Macchie Santa Maria, Borgodangelo, Urciuolo Vini, Vini Panacea, La Molara.

Ore 15.30: I borghi irpini una risorsa per lo sviluppo turistico. Trekking, cammini, gastronomia, eventi tra Sant’Angelo dei Lombardi, Monteverde, Cairano, Morra De Santis, Bisaccia.

Domenica 16 aprile

Ore 12.30: presentazione delle Cantine Irpine e delle esperienze in vigna.

Ore 13.00: degustazione prodotti Irpini d’eccellenza, tra vini, salumi e formaggi

Ore 15.30: La Valle dell’Irno: tradizioni, gastronomia, natura e benessere tra Montoro, Solofra, Serino, Contrada e Forino. Presentazione territori, aziende e pacchetti turistici collegati. 

Gori presenta i lavori per il piano di sicurezza delle acque

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Napoli – Tutelare la risorsa idrica anche attraverso un nuovo modello di valutazione e gestione dei rischi che possono minare la sicurezza dell’acqua di rete. Proprio in tale ottica sono stati presentati oggi, presso la sede Gori di Pomigliano d’Arco, i lavori per l’implementazione del Piano di Sicurezza delle Acque o Water Safety Plan. Lo scopo ultimo del progetto è quello di garantire la regolare fornitura di risorsa idrica attraverso azioni volte ad assicurare la costante qualità dell’acqua destinata al consumo umano, prevenendo eventuali rischi su tutta la filiera idropotabile prima ancora di rilevare anomalie. Un approccio preventivo, quindi, che ribalta il modus operandi attuale fondato sul monitoraggio e consente di individuare anticipatamente non solo i rischi ma anche le azioni di miglioramento da mettere in campo.
L’amministratore Delegato di Gori, Vittorio Cuciniello, e il Team Leader del PSA e responsabile del laboratorio, Salvatore Polichetti, hanno illustrato le attività avviate a inizio anno e presentato il gruppo di lavoro interno a Gori, che opererà in stretta collaborazione con un team esterno composto da personale proveniente da Asl Napoli 1 Centro, Asl Napoli 2 Nord, Asl Napoli 3 Sud, Asl Salerno, Istituto superiore della sanità – Reparto di qualità dell’Acqua e Salute, Ente Idrico Campano, Arpac, Regione Campania, Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, Città Metropolitana di Napoli e Provincia di Salerno.
Un esempio virtuoso di collaborazione istituzionale – viene sottolineato – a tutela della salute pubblica, ma anche una vera rivoluzione volta a garantire ulteriormente non solo la qualità e la sicurezza dell’acqua di rete ma anche la tutela della risorsa”. Il Piano di Sicurezza delle Acque interesserà ciascuno dei 74 comuni serviti da Gori, attraverso l’analisi puntuale di tutti i possibili rischi, tra cui calamità naturali e sversamenti dolosi.
A vigilare sulla qualità e la sicurezza dell’acqua di rete, in sinergia con le Asl territorialmente competenti, è il laboratorio Gori “Francesco Scognamiglio”, presso il quale sono analizzati oltre 100 mila parametri l’anno relativi alle acque distribuite nei comuni del territorio Sarnese – Vesuviano.
Grazie al personale tecnico altamente specializza-to e alle innovative strumentazioni, il laboratorio Gori ha ricevuto il prestigioso accreditamento da parte dell’Ente Nazionale Accredia.
L’impegno di Gori per la tutela della risorsa idrica, si legge in una nota, prosegue anche attraverso la realizzazione dei numerosi inter-venti compresi nel macro-progetto Azioni per l’Acqua, finanziato con 100 milioni di euro provenienti dai fondi React-Eu e PNRR. L’obiettivo è risanare la rete idrica e ridurre le perdite del 50% entro il 2025, anche al fine di con-trastare la dispersione idrica come misura preventiva rispetto ai fenomeni di carenza e siccità.

 

“Mappia”, l’arte di Paci Dalò in favore della candidatura Unesco

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Sostenere concretamente la candidatura della Via Appia per l’inserimento nel patrimonio culturale Unesco – promossa per la prima volta direttamente dal Ministero della Cultura – con un’opera d’arte. E’ l’obiettivo del cartografo Roberto Paci Dalò che, questo pomeriggio, ha presentato la sua Mappia presso l’auditorium ‘G. Vergineo’ di Benevento.

Un ‘viaggio’ di ventitré secoli in un disegno che raffigura i tracciati dell’Appia Claudia e della Traiana, associati a una serie di luoghi, architetture, accadimenti storici, artistici e culturali con particolare attenzione rivolta alle miniature medievali, persiane, bizantine, armene e cinesi. 
Una vera e propria mappa, lunga oltre 9 metri, in formato leporello – ovvero composto da un’unica striscia di carta ripiegata su se stessa a fisarmonica – che l’artista ha realizzato ispirandosi alla Tabula Peutingeriana, una copia medievale di un’antica carta romana che mostra le vie dell’Impero romano, dalle isole britanniche alla regione mediterranea e dal Medio Oriente alle Indie e all’Asia Centrale: “È una visione molto personale di tutto l’itinerario – ha spiegato l’artista – intorno alla quale però ho lavorato con una equipe scientifica del Ministero. Compulsare 2300 anni di dati non è cosa da poco. Per cui abbiamo voluto realizzare questa mappa attraverso delle interfacce semplici, quindi funzionali anche per i più piccoli, in modo tale che possa crearsi una empatia con dei materiali e con delle informazioni che solitamente sono un po’ più aride e rappresentate diversamente”.

Oltre 500km di strada, ma soprattutto di storie, di antichità e bellezze, di culture, vite e scambi commerciali: “Abbiamo analizzato tutti questi dati per estrapolare anche piccoli dettagli che servissero per ricreare tutto il percorso: da Roma a Brindisi”.
Ha promosso l’evento ‘Interzona’ di San Martino Valle Caudina, presieduta da Leandro Pisano che nel suo intervento, corredato da un video, ha ripercorso le tappe principali della propria associazione culturale: “La nostra missione – ha precisato – è quella di valorizzare i territori rurali attraverso interazioni tra cultura e tecnologie”.

Alla presentazione hanno preso parte l’assessore alla Cultura, Antonella Tartaglia Polcini, Alfonso Santoriello dell’Università degli Studi di Salerno, l’architetto Raimondo Consolante e Laura Acampora del Ministero della Cultura. “È una candidatura importante che si è fattivamente concretizzata nell’estate del 2020. Per la prima volta promossa direttamente dal Ministero che ha poi coinvolto i territori. Ed è la prima volta che alla documentazione venga abbinata una vera e propria opera d’arte” ha aggiunto Acampora. 

Per l’assessore Tartaglia Polcini “è un grande privilegio leggere da vicino questa meravigliosa mappa che ha il pregio enorme di lasciar percepire all’osservatore una visione diacronica dello sviluppo e della funzionalità dell’importante arteria”.

     

La Provincia all’Eda: “Occorre avviare il trasferimento dei siti e degli impianti di gestione del ciclo rifiuti”

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La Provincia di Benevento ha invitato l’Ente d’Ambito Rifiuti a dare corso alle procedure per il trasferimento dei siti e degli impianti della gestione del ciclo rifiuti del Sannio, fissando un incontro formale per il 20 aprile p.v. alle ore 10.00.

E’ quanto si evince da una nota inviata oggi dal Presidente della Provincia Nino Lombardi al Presidente dell’Eda Pasquale Iacovella.

Nel documento, controfirmato dal Dirigente di Settore Nicola Boccalone e dal funzionario responsabile Raffaele Rabuano, nonché dal Liquidatore della Società partecipata Samte Domenico Mauro, si richiede che alla riunione siano presenti i funzionari e tecnici delegati dell’Eda affinchè si avvii in concreto la procedura di trasferimento dei beni all’Eda stessa «per poi assegnarli alla società SEAM SpA ai fini gestionali», ovvero alla Società di recente creata dall’Eda per la gestione del ciclo dei rifiuti.

La Provincia, pur ritenendo necessario attendere i pareri richiesti alla Corte dei Conti e all’Autorità Anticorruzione su tutta la procedura sin qui seguita per dare corso alla Legge regionale che assegna le competenze gestionali in materia rifiuti all’Ente d’Ambito, ritiene «inderogabile ed ineludibile», si legge, «provvedere con estrema urgenza ai seguenti adempimenti: – definizione costo provvisorio di conferimento dei rifiuti (Tariffa) per l’anno 2023 entro il termine di approvazione del bilancio (30.04.2023); – rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale dello STIR Casalduni (BN); – rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte.»

Relazione della Dia sulla criminalità a Napoli: la mappa dei clan cittadini

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Puntuale come sempre è giunta la pubblicazione semestrale della Relazione del Ministero degli Interni ad opera della Direzione Investigativa Antimafia con l’analisi dei fenomeni delittuosi e l’esame delle operazioni di contrasto concluse dalle Forze dell’ordine, con riferimento al primo semestre del 2022, che conferma la tendenza della criminalità organizzata a “preferire l’agire con modalità silenziose, affinando e implementando la capacità d’infiltrazione del tessuto economico-produttivo anche avvalendosi delle complicità di imprenditori e professionisti, di esponenti delle istituzioni e della politica formalmente estranei ai sodalizi. Una indubbia capacità attrattiva è sempre rappresentata dai progetti di rilancio dello sviluppo imprenditoriale nella fase post-pandemica e dall’insieme di misure finalizzate a stimolare la ripresa economica nel Paese compulsate anche da finanziamenti europei tramite i noti fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.

Le aggregazioni criminali attive nell’area metropolitana di Napoli risultano sostanzialmente concentrate in due principali compagini camorristiche storicamente contrapposte tra loro e facenti capo, rispettivamente, alla cd. Alleanza di Secondigliano e alla famiglia Mazzarella. Intorno a queste due grandi formazioni gravita una galassia di micro gruppi criminali con influenze in quartieri e rioni cittadini nei quali esercitano uno stretto e pervasivo controllo territoriale. I gruppi famigliari che costituiscono l’élite dell’Alleanza di Secondighliano sono i clan Mallardo, Cotnini Bosti e Licciardi, i primi due strettamente collegati tra loro anche in ragione dei rapporti familiari intrattenuti (i relativi capi storici hanno sposato tre sorelle). Il clan Mazzarella è composto da numerosissimi gruppi criminali minori, stanziali sia nei quartieri del centro partenopeo, sia al di fuori del capoluogo, estendendo così la propria egemonia anche su quelli attivi nella provincia di Napoli. Per meglio rappresentare gli assetti criminali delle organizzazioni camorristiche operanti nella città di Napoli l’area metropolitana è stata suddivisa in Area Centro, Area Nord, Area Orientale e Area Occidentale come di seguito descritte.

Napoli-Area Centro (Avvocata, San Lorenzo-Vicaria, Vasto Arenaccia, San Carlo all’Arena-Stella, Mercato-Pendino, Poggioreale, Montecalvario, Chiaia-San Ferdinando-Posillipo) è caratterizzato dalla compresenza nei medesimi quartieri di clan affiliati alla cd. Alleanza di Secondigliano e altri riconducibili al clan Mazzarella. I confini territoriali delle due formazioni criminali in questi quartieri risultano molto fluidi, frutto dei riassetti conseguenti alle rivalità intraclaniche e alle numerose e continue azioni di contrasto. È da segnalare, in particolare, che in seno al clan Mazzarella non risultano sopite le rivendicazioni di territori cittadini transitati sotto il controllo del contrapposto clan Contini (Alleanza di Secondigliano), proprio nell’area centrale della città partenopea in cui i confini tra le due contrapposte formazioni criminali sono ancor più fluidi. Il recente ritorno in libertà di esponenti di spicco di una famiglia affiliata al clan Mazzarella, nel quartiere San Lorenzo nella zona Forcella di Napoli, potrebbe essere foriera di nuovi attriti tra le due compagini rivali. Il clan Mazzarella per il tramite di esponenti della famiglia medesima o di fedelissimi sodali, manterrebbe la propria egemonia su altri gruppi rivali nella gestione delle attività illecite nella zona dei “Decumani”, nei quartieri Mercato, nel rione Stella e nelle aree comprese tra Porta Capuana e Porta Nolana, nonché nella zona cd. Case Nuove. Presenza di gruppi riconducibili al clan Mazzarella si rilevano altresì nella zona dell’Università, di Santa Chiara e di Piazza Bovio oltre che nell’area del Pallonetto di Santa Lucia. Anche nel rione Sanità, dove i sodalizi influenti riconducibili all’Alleanza di Secondigliano sono stati sensibilmente indeboliti dalle recenti operazioni di polizia, risulta verosimile il tentativo di espansione da parte del clan Mazzarella per il tramite della famiglia Barile che occupa una posizione apicale nell’ambito delle citate compagini mafiose. I principali interessi criminali del clan Mazzarella afferiscono alla contraffazione, agli stupefacenti e alle attività estorsive commesse in danno di commercianti e ambulanti dei diversi mercati cittadini.

Il clan Contini, confederato alla cd. Alleanza di Secondigliano, eserciterebbe una funzione di direzione e controllo sui gruppi che operano nei quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, Rione Amicizia, Borgo Sant’Antonio Abate e zone limitrofe. Le acquisizioni informative del periodo in esame sembrerebbero non evidenziare modifiche degli assetti interni dell’organizzazione sebbene due misure personali abbiano colpito i vertici della famiglia nel gennaio e nel giugno 2022. Nel primo caso si sarebbe scongiurato il tentativo del genero e della figlia del capo clan di recarsi negli Emirati Arabi ove avrebbero da tempo
intessuto una fitta rete di relazioni per gestire gli affari economici dell’organizzazione e in particolare il riciclaggio, il reimpiego e l’autoriciclaggio dei proventi di attività illecite del clan Bosti-Contini. Nel secondo caso, sono stati tratti in arresto 3 giovani, tra cui il nipote del citato capo clan, in quanto ritenuti autori di un episodio di grave violenza commesso nei pressi di un ristorante del centro storico ai danni di una cameriera e di un cliente straniero.
La medesima conflittualità tra clan di cartelli criminali contrapposti si registrerebbe nel quartiere di Poggioreale, ove il clan Contini risulterebbe egemone sul controllo delle attività illecite in quei rioni già considerati feudo del clan Mazzarella. Anche nei Quartieri Spagnoli lo scenario criminale sembrerebbe caratterizzato da una elevata conflittualità tra gruppi neo costituiti in cerca di nuovi spazi per gestire i propri interessi illeciti e talune vecchie formazioni che cercherebbero di colmare i vuoti di potere. In quest’ottica, allo stato delle acquisizioni info-investigative, sembrerebbero doversi leggere gli episodi di violenza armata del semestre commessi in danno di soggetti dediti alla gestione delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti ma la contesa di vicoli e zone creerebbe tensioni anche con riferimento alla gestione delle estorsioni in danno di attività commerciali. Il quartiere San Ferdinando, per la sua centralità e la presenza di importanti attività economiche legate al settore del turismo e della cultura, sembrerebbe essere oggetto degli interessi criminali di numerose organizzazioni camorristiche che generalmente operano in zone limitrofe e che in questo quartiere consapevolmente evitano di ricorrere a episodi eclatanti.

Napoli-Area Nord (Secondigliano, Scampia, San Pietro a Patierno, Miano, Piscinola, Chiaiano, Vomero e Arenella).
Nel quadrante Nord della città di Napoli, si registra in ciascun quartiere una folta presenza di gruppi omogenei tutti aderenti o gravitanti intorno alla cd. Alleanza di Secondigliano. Nell’omonimo quartiere, gli esiti giudiziari riportano la presenza processualmente accertata del clan Licciardi che, nonostante la detenzione del proprio leader indiscusso, risulterebbe tuttora articolato in quattro sottogruppi con riconosciuta autonomia operativa ma subordinati al citato clan:
– gruppo della Masseria Cardone, emanazione diretta della famiglia Licciardi, con a capo il familiare più stretto non detenuto;
– gruppo del rione Don Guanella il cui presunto capo risulta in stretti rapporti di parentela con la famiglia Licciardi;
– gruppo del Rione Berlingieri;
– gruppo del Rione Kennedy il quale, in ragione delle operazioni di polizia susseguitesi negli ultimi anni, verserebbe in una situazione di crisi sul piano della leadership criminale e sarebbe oggetto di mire espansionistiche di taluni gruppi contermini.
Nel quartiere di Secondigliano sarebbe operativo anche il clan Vanella-Grassi con base operativa nell’omonima via, il quale, nel corso degli anni, avrebbe assunto una struttura confederata con più gruppi quali i Grimaldi, attivi nel vicino quartiere di San Pietro a Patierno, gli Angrisano, stanziati in alcuni lotti residenziali di Scampia e gli Spera operanti nella nota Vela Celeste (quartiere Scampia). Nel rione “Terzo Mondo”, il clan Di Lauro proseguirebbe le sue attività criminali nonostante i numerosi arresti subiti e la perdurante detenzione del capo carismatico e dei suoi figli, uno dei quali deceduto per cause naturali (il 13 giugno 2022) e l’altro ancora ristretto in regime differenziato. La leadership mafiosa sembrerebbe attualmente mantenuta da un altro figlio ancora in libertà che con spiccata iniziativa imprenditoriale, continuerebbe a gestire le tradizionali attività illecite del clan e, in particolare, quelle connesse con il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Il clan Marino, che continua a gestire lo spaccio di stupefacenti nella zona cd. delle Case Celesti. I sodalizi estesi nel quartiere di Scampia sono prevalentemente dediti alla gestione delle piazze di spaccio e la compresenza di un numero elevato di organizzazioni in quest’area è basata su rapporti di non belligeranza tra loro. I clan più attivi, sebbene interessati nel corso degli anni da diverse attività investigative, risultano gli Abete-Notturno e Abbinante (nell’area delle Vele, nei vari Lotti e nel rione Monterosa), Vanella-Grassi, Sacco e Amato-Pagano. Il clan Amato-Pagano merita una particolare attenzione per il ruolo centrale rivestito nel settore dell’approvvigionamento di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente. Anche il territorio di riferimento del cartello degli storici “Scissionisti” è molto vasto, ricadente in un’ampia area compresa tra il quartiere Scampia e i Comuni dell’hinterland a nord di Napoli (Melito di Napoli, Arzano, Mugnano ed in parte Casavatore), nei quali il clan mantiene – come detto – un ruolo di assoluta centralità nell’approvvigionamento all’ingrosso della droga, soprattutto della cocaina, grazie alla gestione di importanti canali del narcotraffico internazionale e a rapporti privilegiati intrattenuti con i più importanti broker. Nei quartieri di Miano, Chiaiano, Piscinola e nella zona di Marianella, si assiste al tentativo di ricostituzione di vecchie leadership superstiti dello storico e cruento scontro tra i gruppi ‘ncopp Miano e quello di abbasc’ Miano. La scarcerazione di influenti personaggi storici del clan Lo Russo e taluni appartenenti a famiglie criminali del Rione potrebbero generare situazioni di ulteriori frizioni e tensioni interclaniche.  A Chiaiano e nella zona di Marianella, località integrata nel quartiere di Piscinola, si è registrata l’operatività del gruppo criminale, a forte connotazione familistica, degli Scognamiglio, i cui elementi di vertice, nel semestre in questione e da sempre fedeli alleati del clan Lo Russo, hanno fruito del regime degli arresti domiciliari nel proprio quartiere. Nella stessa porzione di territorio è presente anche il gruppo degli Stabile, alleati al clan Licciardi, che potrebbero rappresentare una base operativa di riferimento per il perseguimento dei più ampi interessi criminali dell’Alleanza di Secondigliano. Nei quartieri collinari del Vomero e dell’Arenella si potrebbero generare instabili equilibri criminali all’interno del clan Cimmino. Tale eventualità potrebbe portare ad una riconfigurazione degli assetti camorristici vomeresi atteso che il clan Cimmino rappresenta, in quel quartiere, il principale referente dell’Alleanza di Secondigliano.

Napoli-Area Orientale (S. Giovanni a Teduccio, Barra, Ponticelli).
Il quadrante orientale della città risente del marcato dinamismo criminale che è stato descritto a proposito della area centrale di Napoli. A San Giovanni a Teduccio il precario equilibrio è determinato dalla contrapposizione storica tra i clan Mazzarella e Rinaldi-Reale. I primi possono contare sull’appoggio logistico-militare dei clan D’Amico e Formicola mentre i secondi, proiezione diretta dell’Alleanza di Secondigliano, hanno come loro referenti i clan Aprea-Cuccaro-Minichini-De Luca Bossa. Nel quartiere Barra, ove in passato era stata registrata la prevalente operatività del clan Cuccaro-Aprea gli assetti criminali sono rimasti sostanzialmente stabili. Lo sfondo criminale del quartiere Ponticelli è invece caratterizzato da un’accesa rivalità tra la compagine criminale dei De Micco-De Martino e il clan Minichini-De Luca Bossa (proiezione dell’Alleanza di Secondigliano) che persiste ormai da tempo. 

Napoli-Area Occidentale (Bagnoli, Cavalleggeri d’Aosta, Agnano, Fuorigrotta, Pianura, Rione Traiano, Soccavo).
Anche l’area occidentale della città di Napoli è caratterizzata da una diffusa conflittualità tra clan antagonisti alla continua ricerca di spazi territoriali e nuovi settori criminali da gestire. Il maggiore indice di ostilità registrato nel semestre è stato rilevato nei quartieri di Fuorigrotta, Pianura e Soccavo con riferimento a taluni gruppi gravitanti nella sfera d’influenza della cd. Alleanza di Secondigliano. Il quartiere Pianura risulta al centro di una contesa che vede contrapposti il gruppo dei Carillo-Perfetto e quello dei Calone-Marsicano-Esposito. Il Rione Traiano, ubicato a sud-ovest di Napoli, funge da ponte tra il quartiere Soccavo e quello di Fuorigrotta. I gruppi PuccineliI-Petrone e quello dei Cutolo (operante nella zona cd. “della 44”) risulterebbero prevalentemente dediti al controllo e alla gestione delle piazze di spaccio. Il gruppo Sorianiello, presente e operativo nella zona della cd. “99” a nord del Rione Traiano, è un sodalizio criminale ritenuto capace, in ragione della forza economica e militare acquisita nel tempo, di condizionare le dinamiche criminali dell’intera area. Nel vicino quartiere Fuorigrotta, infatti, i Sorianiello risultano alleati al sodalizio criminale composto dalle famiglie Iadonisi-Cesi-Baratto, fortemente contrapposti al gruppo Troncone. A Bagnoli invece è stato recentemente scarcerato e sottoposto agli arresti domiciliari il capo del gruppo criminale degli Esposito già sostituito, in sua assenza, dalla moglie. Nella zona di Cavalleggeri D’Aosta sembrerebbero essere attivi alcuni pregiudicati “vicini” ad un pregiudicato già fedelissimo del boss ergastolano del clan D’Ausilio.

Relazione della Dia sulla criminalità partenopea: la mappa dei clan nella provincia napoletana

 

Aeroporto di Napoli-Salerno, voli in partenza tra un anno: l’annuncio della Regione (VIDEO)

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Salerno – L’aeroporto di Napoli-Salerno si aprirà a giugno 2024. E sottolinea la nuova dicitura che supera aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi il presidente della commissione trasporti della regione Campania Luca Cascone introducendo, oggi pomeriggio, presso la sede storica della Camera di Commercio di Salerno, l’incontro nel corso del quale con l’aiuto di Gesac sono stati ulteriormente presentati gli interventi in corso ed il crono programma definitivo che entro un anno porterà ad avere i primi voli dallo scalo situato nel comune di Pontecagnano Faiano.

La pista di Salerno sarà complementare a quella di Napoli e speriamo di attrarre soprattutto traffico merci” ha detto il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, ricordando gli sforzi fatti dalla regione per arrivare a rilanciare l’infrastruttura. Presente anche l’amministratore di Gesac Barbieri, sono state anche evidenziate le altre opere accessorie come la metropolitana. 

Napoli: lavori con fondi Unesco, Fi annuncia interrogazione

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Napoli – Rimaniamo attoniti nel leggere queste notizie surreali. Pochi giorni fa sono terminati dei lavori di ripavimentazione delle strade del centro storico di Napoli con i fondi Unesco, e due giorni dopo si riprendono i lavori, per nuovi interventi sui sottoservizi, distruggendo le strade appena pavimentate, ma dov’è il tanto paventato coordinamento urbanistico dell’assessore Cosenza ? Noi di Forza Italia temevamo che i fondi Unesco non venissero spesi, oggi apprendiamo che vengono spesi male, anzi sprecati”. E’ quanto dicono, in una nota, i consiglieri comunali di Napoli Salvatore Guangi e Iris Savastano, di Forza Italia.
Faremo un’interrogazione all’assessore e pretenderemo risposte in consiglio comunale; non possiamo che essere solidali con gli abitati del centro storico di Napoli che vedono la loro casa al centro di un cantiere permanente di giorno e di una discoteca a cielo aperto di notte. Più che patrimonio Unesco, il centro sembra essere diventato un pandemonio!”, aggiungono i due esponenti di Forza Italia.

 

Sicurezza, sottosegretario Castiello: “Plauso per l’intervento sul campo rom di Caivano”

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“Il rinvio a giudizio degli otto appartenenti al campo Rom di Caivano (Napoli) protagonisti di una serie di reati e delitti ambientali di enorme allarme sociale, è il giusto seguito alle brillanti iniziative dell’autorità giudiziaria e dei carabinieri di Caivano. Ai magistrati del tribunale di Napoli Nord e alla compagnia dei carabinieri di Caivano, va il mio plauso per aver, con grande professionalità, iniziato un’attività di indagine delicata, culminata con il rinvio a giudizio di soggetti macchiatisi di una pluralità di reati gravissimi”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega ai Rapporti con il Parlamento Giuseppina Castiello che più volte, nei mesi scorsi, aveva richiamato l’attenzione sul tema sicurezza nel territorio di Caivano.

A detta di Castiello, “l’attività illecita e delittuosa posta in essere dagli otto indagati, inchiodati anche da prove raccolte con l’impiego di moderni supporti tecnologici, ha impattato grandemente sulla qualità della vita dei cittadini ricadenti nell’area limitrofa al citato campo rom e comportato, per conseguenza, un’altra serie effetti socialmente devastanti tra i quali si segnala quello della dispersione scolastica. Fermo restando le garanzie costituzionali mi auguro che se confermati in sede processuale i reati contestati siano puniti come meritano – ha aggiunto il sottosegretario – Poter contare sulla presenza operativa ed efficace delle forze dell’ordine, il riferimento specifico è alla compagnia di Caivano retta dal capitano Antonio Maria Cavallo, significa avere un antidoto ai fenomeni criminogeni, prezioso e imprescindibile”

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