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Campolongo (Salerno) – Distesa sul letto in una pozza di sangue; con lei il piccolo appena partorito con ancora il cordone ombelicale attaccato e con quasi assenza di respiro che, qualche minuto dopo, spirerà in ospedale. Questa la scena che stamattina i volontari dell’Humanitas si sono trovati quando sono intervenuti in un’abitazione di Campolongo: ad allentare i volontari della postazione di Eboli unitamente al Saut, è stato il 118.  

L’allarme è scattato intorno alle 7. La telefonata che allerta i soccorsi ha riferito di una 41enne che accusava un forte dolore al torace. Probabilmente poco prima dell’arrivo dell’ambulanza la donna ha partorito, purtroppo, prima del termine: la 41enne era al sesto mese di gravidanza. I volontari dell’Humanitas ed il personale medico dopo aver tagliato il cordone hanno prestato le prime cure, poi è cominciata la corsa contro il tempo per cercare di strappare il bebè, cianotico, alla morte. Quindi la immediata corsa verso l’ospedale Santa Maria Della Speranza di Battipaglia, struttura nella quale era stata attivata l’equipe di rianimazione. Prima dell’arrivo in ospedale i sanitari del 118 hanno tentato di rianimare il neonato con compressioni ed insufflazioni. Giunti in ospedale, il piccolo è stato trasferito in rianimazione mentre la madre è stata portata in ginecologia per arrestare l’emorragia.

Dopo un svariati tentativi, però, il neonato è morto. Sta meglio, invece, la madre: di nazionalità ucraina, vive con diversi marocchini,  uno dei quali sarebbe il padre del bambino. Sul posto anche l’Humanitas del distaccamento Porto di Salerno, Humanitas Saut e la Croce Bianca tipo A. La Polizia del Commissariato di Battipaglia sta cercando di far luce sui tanti punti oscuri di questa vicenda.

Pina Ferro