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Una giornata lunga e carica di emozioni, quella vissuta da migliaia di persone giunte a Montevergine, anche molti pellegrini a piedi, per celebrare i nove secoli di vita dalla fondazione dell’Abbazia, avvenuta per opera di San Guglielmo da Vercelli, che giunse sul monte del Partenio nel 1123 e oggi è patrono d’Irpinia.

L’asceta che voleva raggiungere Gerusalemme e che invece, ridotto in fin di vita dai briganti, una volta guarito tornò indietro e arrivato in Irpinia capì a quale vocazione era chiamato. Intorno a lui, sulla cima del Partenio chiamata Vergine perchè non ancora violata da nessun intervento umano, si radunarono presto molti uomini, desiderosi di ritirarsi a pregare e lavorare. Nacque così la Congregazione verginiana della cui consacrazione ufficiale si celebrano adesso i 900 anni, e che subito diventò punto di riferimento per la popolazione.

Non è stato un caso, dunque, che ad aprire le celebrazioni religiose dell‘Anno Giubilare Verginiano sia stato il segretario di stato Vaticano, Sua Eminenza  Cardinal Pietro Parolin, accompagnato dalla delegazione pontifici degli Abati Mauro Meacci di Subiaco e Diego Gualtiero Rosa di Monte Oliveto Maggiore, accolti dall’Abate di Montevergine, don Riccardo Luca Guariglia.

Nel chiostro del Santuario mariano d’Irpinia un momento di grande partecipazione al quale hanno presenziato, tra gli altri, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro della Cultura, GennaroSangiuliano, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, il Prefetto di Avellino, Paola Spena e quello di Vercelli, l’avellinese Lucio Parente, e tutte le autorità civili, militari e religiose.

Dopo la cermonia di apertura che è stato occasione anche per consegnare al Cardinal Parolin la cittadinanza onoraria di Mercogliano,   il momento più intenso dal punto di vista spirituale si è registrato nella Basilica Cattedrale con la celebrazione della messa solenne, al termine della quale il Segretario di Stato della Santa Sede, ha impartito la benedizione papale con l’annessa indulgenza plenaria, da lucrarsi alle consuete tre condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice) a tutti i fedeli presenti che “veramente pentiti e mossi dallo spirito di carità, abbiano partecipato ai sacri riti”.

Nelle mani del Cardinale il potere concesso da Papa Francesco attraverso una lettera, di benedire “gli uomini di oggi, che non di rado sono tra coloro che gettano via l’ansia e la speranza, che si buttano via per la coscienza della loro piccolezza e sono spinti da desideri senza fine, che hanno una mente turbata, un cuore diviso e una mente incerta, che sono sopraffatti dalla solitudine e sono pienamente colpiti dal disgusto e dalla noia, offre una prospettiva serena, promettendo la speranza che trionfa sull’ansia, la comunione sulla solitudine, la pace dall’inquietudine, la gioia e la bellezza sul disgusto e la noia, la vita sulla morte”.

Un lungo momento di spiritualità quello che sta vivendo la comunità religiosa di Montevergine che, come ha sottolineato il Governatore De Luca, nello scenario attuale dovrà fungere da sostegno dell’azione di pace nella quale è impegnato Papa Francesco e la Chiesa per porre fine al bagno di sangue nel cuore dell’Europa, tra la guerra in Ucraina e la fuga dei migranti.

E non a caso, il Cardinale Parolin ha sottolineato che “luoghi come il Santuario di Montevergine sono pilastri dell’occidente, raccontano la nostra storia e la nostra cultura. Papa Francesco è a voi vicino con la preghiera a Mamma Schiavona che tutto concede e tutto perdona”.

Più di una volta nel corso della giornata, e non poteva essere diversamente, è stata ricordata la Madonna di Montevergine la cui raffigurazione, quasi 150 anni dopo l’arrivo di San Guglielmo, intorno al 1268 viene sistemata nella Chiesa accanto all’Abbazia, e  da allora non ha mai smesso di attrarre la venerazione dei fedeli.
La più “nota” Mamma Schiavona che, come narra la leggenda, commossa dal destino di due giovani amanti da “punire” dalla società del tempo perchè omossessuali, attraverso un raggio di sole sciolse la lastra dove erano stati legati, liberando i due amanti e salvandoli da morte certa. Da allora la Madonna di Montevergine viene considerata protettrice dei più deboli ed emarginati.

Il 2 febbraio, giorno in cui si celebra la Madonna con la Juta a Montevergine, rappresenta un momento in cui si incontrano allo stesso tempo la diversità e la devozione e il prossimo appuntamento, quello del 2023, cadrà proprio nel mezzo delle celeberazioni dell’Anno Giibiliare.