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Caserta – Dopo la rielezione alle recenti Politiche nella sua Milano, il senatore Franco Mirabelli ha ricevuto dal reggente del Partito Democratico, Maurizio Martina, il placet sul suo ruolo di commissario del partito in Terra di Lavoro. Le Politiche hanno restituito un Pd ridimensionato non solo dal risultato elettorale ma anche, e soprattutto, dilaniato dalle fratture intestine che si sono riacutizzate inevitabilmente dopo il 4 marzo.

Subito al lavoro, quindi, il commissario Mirabelli che ha convocato per il 29 marzo i segretati cittadini e i sindaci in un vertice che si terrà all’Hotel Europa, in cui proverà a ricompattare il partito per traghettarlo sino al prossimo Congresso provinciale e in vista dei prossimi appuntamenti elettorali con le Amministrative in diversi comuni del Casertano.

Non sarà facile richiamare all’ordine l’ex deputata Camilla Sgambato, non eletta perché seconda nel listino proporzionale dietro Piero De Luca, nome calato dall’alto e che non rappresentava un riferimento per il territorio. Dopo aver sbottato, affermando che le liste erano state un affare interno al ‘giglio magico’, la Sgambato aveva chiesto l’azzeramento dei vertici nazionali e regionali.

Non sarà semplice nemmeno tenere le briglie del partito nella città capoluogo dove il sindaco Carlo Marino (scaricato dai compagni pidini già in occasione delle elezioni provinciali che si sono concluse con la vittoria di Giorgio Magliocca) e il segretario cittadino Enrico Tresca si ricorderanno sicuramente delle parole di Mirabelli all’indomani della presentazione delle liste: “Marino fa bene a fare il sindaco” e “Tresca non avrebbe mai potuto avere il posto da capolista perché c’è il figlio di De Luca”. E poi c’è la nuova generazione dei Democratici rappresentata in Consiglio comunale da Matteo Donisi, il quale all’indomani della disfatta elettorale aveva dichiarato: “In questo momento il Pd va semplicemente azzerato e ricostruito con idee, profili e strutture nuove. I dirigenti di questo centrosinistra non rappresentano nulla all’infuori di sé stessi”.

Per non parlare dell’assemblea autoconvocata dopo le elezioni dalla consigliera provinciale Raffaella Zagaria a dall’esponente del Pd maddalonese Vincenzo Santangelo che, senza rispettare la gerarchia del partito, avevano lanciato una chiamata alle armi di tutti gli amministratori e dirigenti pidini. La cosa era stata mal digerita dagli amministratori dell’agro aversano, Annamaria Dell’Aprovitola in testa, che avevano risposto sottolineando l’opportunità di una convocazione degli Stati generali da parte del commissario Mirabelli, visti che lo stesso rappresentava (e rappresenta) il dirigente di riferimento provinciale.

Dulcis in fundo, la crisi a Marcianise dove la debacle di Angela Letizia alle Politiche è culminata con le dimissioni del sindaco Antonello Velardi; e l’incognita Maddaloni, dove il Partito Democratico sta convergendo sul nome di Andrea De Filippo, quale candidato sindaco alle prossime Amministrative, che viene sostenuto anche da Forza Italia.