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Marcianise – Tutto come da copione. Il sindaco Antonello Velardi ha ritirato le dimissioni del 23 marzo scorso a tre giorni dalla scadenza del termine e fa ritorno sullo scranno più alto del municipio marcianisano.

Dopo l’incontro con i consiglieri del Partito Democratico che “hanno sottolineato di non aver mai chiesto né voluto poltrone e hanno insistito sulla necessità di andare avanti con l’azione amministrativa”, stamane avevamo preannunciato che entro poche ore ci sarebbe stato il tanto atteso finale di stagione della telenovela “un sindaco dimissionario” e così è stato.

Dimissioni che, lo ricordiamo, erano state bollate con il termine ‘farsa’ dall’opposizione velardiana che avevano pubblicato un manifesto a firma i ‘giostrai’ in cui si leggeva che “le dimissioni del sindaco illegittimo, candidato dopo aver falsificato le firme di ben 280 ignari cittadini, non riusciranno ad oscurare il fallimento della sua amministrazione e del suo governo”.

Ma torniamo al gran finale. Ovviamente, l’annuncio del ritiro delle dimissioni non poteva che avvenire su Facebook, il luogo naturale della comunicazione per il primo cittadino di Marcianise che, al primo commento sfavorevole, provvede con un’immediata censura digitale, come lamentano sul social tantissimi marcianisani attraverso la pubblicazione di foto che mostrano i commenti originali prima di essere cancellati.

Ho revocato le mie dimissioni da sindaco di Marcianise. L’ho appena comunicato al segretario comunale e al presidente del consiglio comunale – scrive il sindaco Velardi. Ho poco da aggiungere ad un gesto che già di per sé è un messaggio, senza equivoci. Preciso solo che sono arrivato a questa determinazione dopo aver riscontrato un coro unanime in tal senso: l’ho detto e lo ripeto, non me l’aspettavo. Un coro che ha coinvolto i marcianisani, miei amati concittadini, e moltissime persone che di Marcianise non sono ma che nel frattempo hanno imparato a conoscerci ed apprezzarci. Un coro che ha interessato vertici istituzionali e politici, uomini di cultura, uomini della Chiesa, esponenti delle più diverse realtà sociali ed economiche, comunità anche molto lontane dalle nostre. La conferma di una straordinaria attenzione al nostro territorio, ora sì di nuovo baricentrico a livello nazionale. Ma anche la conferma di un’adesione convinta ad un nuovo modo di amministrare le città”.

Questo ‘coro’, però, quando si è trattato di manifestare pubblicamente il sostegno al primo cittadino era composto da sole cento persone (in una città di quasi 40mila abitanti): tanti erano coloro che parteciparono al sit-in della settimana scorsa per chiedergli di ritirare le dimissioni. Praticamente, un flop.

Avrei da ringraziare migliaia di persone – continua il primo cittadino. Non ci riesco, ovviamente. È chiaro che nei confronti di queste persone ho ora un obbligo ancora maggiore: saremo ancora più intransigenti e più diretti nel realizzare quel programma in cui una comunità non solo locale adesso si riconosce. Non faremo sconti a nessuno su questa strada: non vogliamo farne, non possiamo farne perché ne va della nostra credibilità. Che per quanto ci riguarda è tutto. Chi non sarà su questa strada è automaticamente fuori: non siamo abituati ai teatrini, ai riti vuoti della politica; non siamo abituati a mercanteggiare”.

“Ora ripartiamo! Dimostriamo a noi stessi e agli altri che un altro mondo è possibile. Aiutatemi a dimostrarlo”, conclude Antonello Velardi.

Con il gran finale di stagione, la telenovela sembra essere arrivata definitivamente al capolinea. Speriamo non venga in mente a nessuno di mettere in scena la seconda edizione.

Tutti i retroscena del caso Velardi
Le dimissioni del primo cittadino, lo ricordiamo, sono arrivate venerdì 23 marzo in seguito ad un Consiglio comunale che aveva visto ben otto consiglieri della maggioranza lasciare l’aula.

I sintomi di una difficile convivenza nella maggioranza di Velardi si erano avvertiti già all’epoca della sostituzione dell’assessore Paolella con la Laurenza, cosa mal digerita dal gruppo Terra di Idee e dal suo consigliere, Giovanni Vallosco. Poi la disastrosa sconfitta elettorale del 4 marzo che vedeva in campo la vice-sindaca Angela Letizia con la richiesta da parte della maggioranza di rivedere il suo ruolo all’interno dell’amministrazione. Richiesta inevasa da Velardi.

Dopo le dimissioni, il sindaco ha puntato il dito contro gli esponenti del Partito Democratico e contro il consigliere di Centro Democratico, Pino Riccio che aveva sottolineato la mancanza atavica di un confronto, mentre gli oppositori della prima ora, Dario Abbate in testa, hanno parlato sin da subito di “dimissioni farsa per mascherare il fallimento politico-amministrativo” di Velardi. Infine, l’affondo dei vertici di Centro Democratico che non hanno potuto perdonare il sindaco quando, riferendosi a loro, aveva parlato di vecchia politica: “L’imperatore ha perso consensi”, avevano chiosato.

Allora, parte della maggioranza e i fedelissimi di sempre si erano mobilitati per convincere il primo cittadino dimissionario a ritirare la decisione. Sabato 28 marzo davanti al Comune di Marcianise avevano organizzato un sit-in di solidarietà e vicinanza a Velardi: presenti, però, solo un centinaio di persone (Marcianise conta quasi 40mila abitanti), e flop sotto gli occhi di tutti.